Siria, l'analisi di Paolo Romani: «Trump ha sbagliato, si rischia lo scontro con Mosca»
Il raid ordinato dal presidente Usa come risposta all'attacco chimico a Khan Sheikhun «è stato sicuramente affrettato» ha detto il deputato di Forza Italia ospite di Rai1, ricordando che nel 2013 si verificò un caso simile e Obama decise di non intervenire per mancanza di prove certe contro Assad, come oggi
ROMA – Il raid ordinato da Donald Trump contro una base missilistica in Siria «è stato sicuramente affrettato, credo sia stato un errore», ha sostenuto il deputato di Forza Italia, Paolo Romani ospite di Speciale Tg1 su Rai1.
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Nel 2013 Obama non intervenì
Romani ha ricordato che di armi chimiche in Siria si parlò anche nel 2013, quando l'allora presidente Usa, Barack Obama, decise di non intervenire militarmente nel Paese mediorientale perché non c'erano prove certe dell'uso da parte dell'esercito siriano di armi di distruzione di massa.
Dalla Siria poche notizie e contraddittorie
Oggi la situazione è simile perché manca ancora una vera commissione di inchiesta internazionale sull'attacco chimico a Khan Sheikhun, che per il forzista «è innegabile che ci sia stato», ma non è per nulla chiaro chi ne abbia le responsabilità. «Le informazioni dal terreno di guerra in Siria sono state spesso contraddittorie, infatti, e non sempre, come anche in questo caso, e' stato possibile ricevere notizie da fonti indipendenti. Il timore dunque e' che l'attacco USA di oggi possa, con il senno di poi, essere giudicato quanto meno avventato e prematuro e soprattutto controproducente anche ai fini della nuova politica estera dell'amministrazione Trump».
Il rischio di scontro con la Russia
Romani ha concluso sul punto ricordando che la Siria rischia di diventare terreno di scontro fra Stati uniti e Russia, che dopo un iniziale avvicinamento con la presidenza Trump, concretizzato proprio in una collaborazione militare in Siria, sembra oggi vederle su due fronti opposti. «Le potenze occidentali hanno commesso clamorosi errori in Medio Oriente, dall'Iraq alla Libia, a causa di errate valutazioni e di scelte sbagliate nelle alleanze sul campo: non vorremmo che a maggior ragione in uno scenario sicuramente molto piu' complicato come quello siriano si ripetessero gli stessi errori. All'Europa non resta che assumere un ruolo fondamentale di garante di un processo di pace che consenta a tutti i protagonisti, con l'esclusione dei gruppi terroristici, di partecipare alla risoluzione di una guerra civile drammatica per il popolo siriano».
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