19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
La crisi del Covid

AstraZeneca, Palù e i falsi allarmi: «Dosi sicure, noi vigiliamo»

Il Presidente dell'AIFA: «Nel Regno Unito 11 milioni di dosi e 45 morti ma senza nesso causale». Locatelli: «Situazione più favorevole dopo Pasqua». Miozzo lascia il Cts: si occuperà di scuola con Bianchi

AstraZeneca, Palù e il falsi allarmi: «Dosi sicure, noi vigiliamo»
AstraZeneca, Palù e il falsi allarmi: «Dosi sicure, noi vigiliamo» Foto: Fabio Frustaci ANSA

Sui vaccini AstraZeneca «la paura ha fatto aumentare le segnalazioni inappropriate. Non bisogna assolutamente spaventarsi, perché così si mette a rischio la riuscita della strategia contro il coronavirus. Per questo non solo il mondo medico e il servizio sanitario devono essere molto cauti nel diffondere le informazioni sugli eventi avversi da vaccino, ovviamente restando trasparenti, ma anche chi si occupa di comunicazione deve esporre con chiarezza i dati». Lo dice Giorgio Palù, presidente di Aifa, l'agenzia italiana del farmaco, intervistato da La Repubblica.

Il lotto di AZ ritirato, ricorda Palù, riguarda «500 mila dosi delle quali 250 mila sono arrivate in Italia e 170 mila sono state inoculate senza eventi avversi importanti. Un evento trombotico colpisce ogni anno circa una persona ogni mille abitanti. Tra i giovani il dato sale a un caso ogni 10-100 mila abitanti. Aifa ha bloccato in via cautelativa il lotto in questione, finiti gli accertamenti ci sarà lo sblocco».

In Piemonte «c'è stata molta emotività. I vaccini sono sicuri, basta guardare i numeri. Quello di AstraZeneca è stato inoculato a 11 milioni di persone nel Regno Unito. Ci sono stati 269 casi di tromboembolia successivamente alla somministrazione, dei quali 45 fatali. Sono stati però solo correlati temporalmente al vaccino, non si è trovato alcun nesso causale», conclude il presidente Aifa.

Locatelli: «Situazione più favorevole dopo Pasqua»

«Seguendo il principio di massima cautela, si è deciso d'innalzare il livello delle misure, nella logica di contenere la diffusione del virus, così da trovarci in una situazione epidemiologica più favorevole dopo Pasqua. Al primo posto c'è la tutela della salute, ma è evidente che esiste anche una crisi economico-sociale da non sottovalutare. Ecco perché resto convinto dell'utilità del principio della proporzionalità e dell'adeguatezza degli interventi». Così in un'intervista al Corriere della Sera Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità.

Sul caso AstraZeneca Locatelli sottolinea che «è indispensabile procedere con tutti gli approfondimenti necessari», ma «con altrettanta chiarezza e fermezza, va detto che non vanno tratte conclusioni affrettate sul nesso di causalità. Non dobbiamo rifiutare questo vaccino. Il vaccino AstraZeneca contribuirà a proteggerci dall'epidemia».

In ogni caso, conclude il presidente del Css, «la copertura offerta dai vaccini non si tradurrà in un cambiamento totale in pochissime settimane: sarà un processo progressivo che troverà compiuta realizzazione solo tra alcuni mesi».

Miozzo lascia il Cts: si occuperà di scuola con Bianchi

Agostino Miozzo lascia il ruolo di coordinatore del Comitato tecnico-scientifico: lavorerà, come scrive il Corriere della Sera, con il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi per dedicarsi ai problemi della scuola, segnata da un anno di pandemia e di nuovo chiusa per la risalita dei contagi. La decisione, concordata con Palazzo Chigi e con il ministro della Salute Roberto Speranza, è stata ufficializzata ieri con una lettera di dimissioni a inviata al presidente del Consiglio Draghi, a Speranza e Curcio.

Evidenziando che «nel tempo sono state progressivamente modificate le competenze ed il ruolo originale» del Comitato di coordinamento della crisi, concorda sulla necessità di una «sostanziale rivisitazione del suo mandato» e per questo dice di «considerare che anche il mio incarico di coordinatore possa ritenersi compiuto».

«Credo di potermi dedicare ora ad un'altra emergenza, quella scolastica, che, nel corso della pandemia, ha imposto una particolare attenzione viste le enormi e, per certi aspetti insormontabili, difficoltà nelle quali il mondo della scuola si è trovato. Il mondo della scuola - scrive ancora Miozzo - ha sofferto moltissimo l'impatto della pandemia e continua a pagare un prezzo altissimo nell'attesa che l'emergenza arrivi ad una fase di controllo che consenta a più di dieci milioni tra studenti e personale docente e non di tornare alla normalità. Con l'esperienza maturata al Cts, cui si sommano i tanti anni di lavoro in Protezione civile, spero di poter dare un fattivo contributo a quel settore che considero strategico per la vita ed il futuro del nostro Paese».