5 maggio 2024
Aggiornato 02:30
I dati della pandemia

Coronavirus in Italia, il bollettino e le notizie di oggi 8 marzo

Sono 13.902 i nuovi contagi da ieri in Italia. 318 le vittime. Processati 184.684 tamponi con un tasso di positività che si attesta al 7,5%. In totale ad oggi sono state somministrate 5.417.678 dosi di vaccino

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 8 marzo: 13.902 nuovi casi e 318 morti
Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi 8 marzo: 13.902 nuovi casi e 318 morti Foto: Angelo Carconi ANSA

Sono 13.902 i nuovi contagi da ieri in Italia. 318 le vittime. Lo evidenzia il bollettino emesso dal Ministero della Salute. 13.893 i guariti. Crescono ricoveri (+687) e ricoverati in terapie intensive (+95). Da ieri sono stati processati 184.684 tamponi con un tasso di positività che si attesta al 7,5%. In totale ad oggi sono state somministrate 5.417.678 dosi di vaccino. Superata la fatidica soglia di 100mila morti legati al covid-19 in Italia. Secondo il bollettino emesso oggi dal ministero della Salute, siamo a quota 100.103. Il nostro è fra i paesi peggiori al mondo in quanto a mortalità.

Via libera al vaccino AstraZeneca anche a over65

Il ministero della Salute ha deciso il via libera all'utilizzo del vaccino AstraZeneca anche nei soggetti oltre i 65 anni di età. Lo prevede l'ordinanza «Utilizzo del vaccino COVID-19 VACCINE ASTRAZENECA nei soggetti di età superiore ai 65 anni» firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. «L'indicazione - si legge - non è da intendersi applicabile ai soggetti identificati come estremamente vulnerabili, in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante che aumenti considerevolmente i rischi di sviluppare forme fatali di covid-19».

Tar del Lazio: «A casa non bastano Tachipirina e vigile attesa»

No a solo «Tachipirina e vigila attesa» per la cura a casa del Covid-19. Il Tar del Lazio nei giorni scorsi ha accolto l'istanza cautelare promossa dai medici del «Comitato Cura Domiciliare Covid-19», per mano del presidente del Comitato, l'avvocato Erich Grimaldi, affiancato dalla collega Valentina Piraino, nei confronti di Aifa e Ministero della Salute - con riferimento alla nota Aifa del 9-12-2020 contenente i «principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare», che prevede nei primi giorni di malattia la sola «vigile attesa» e la somministrazione di fans e paracetamolo o dell'eparina, ma solo per le persone allettate, ponendo indicazioni di non utilizzo di altri farmaci generalmente usati dai medici di medicina generale per curare il Coronavirus.

E a poche ore dalla sentenza, la Regione Molise ha accolto la proposta di terapia domiciliare del comitato, attuata dalle decine di medici riuniti nel gruppo Facebook «Terapia Domiciliare Covid-19» che quotidianamente e volontariamente assistono a distanza e hanno curato a casa centinaia di pazienti con il virus evitandone il ricovero, e che hanno stilato un protocollo che prevede l'utilizzo di una serie di farmaci da somministrare tempestivamente, entro i tre giorni dalla comparsa dei sintomi. «Sono favorevole ai principi enunciati nella proposta al fine di supportare a distanza pazienti positivi, sintomatici, attraverso una adeguata assistenza a domicilio - ha spiegato il Commissario regionale ad Acta Angelo Giustini - siamo persuasi che questa sia la strada corretta per far finalmente protocollare lo schema terapeutico dei nostri medici, che da un anno si prodigano per curare le persone in scienza e coscienza».

Nel dettaglio, nell'ordinanza del Tar del Lazio si legge che il ricorso «appare fondato» in relazione alla richiesta dei medici di «far valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza in sede sia civile che penale, di prescrivere i farmaci che ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza e che non può essere «compresso nell'ottica di un'attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi».

Sospesa quindi con effetto immediato l'efficacia del provvedimento emanato da Aifa e rinviata la trattazione del merito al 20 luglio prossimo. «Finalmente si è compreso che lasciare i pazienti senza cure precoci a domicilio è assolutamente inaccettabile - ha commentato l'avvocato Grimaldi - ci aspettiamo ora una revisione delle linee guida ministeriali, tenendo conto dello schema terapeutico redatto dai nostri medici per le cure domiciliari precoci, nell'interesse di tutto il Pese».

Pregliasco: «Vedremo la luce fra un mese»

«Una patologia banale che per queste caratteristiche si adatta ai giovani e ci continua a dare fastidio. Lo farà ancora, nonostante i comportamenti corretti della maggioranza degli italiani. Non possiamo controllarla ma riusciamo a mitigarla. E poi proviamo a gestire la situazione con l'assistenza sanitaria: la campagna vaccinale a tutti nel breve». Lo ha dichiarato il virologo Fabrizio Pregliasco intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.

Pregliasco aggiunge: «Abbiamo lo stesso problema come l'anno scorso con le mascherine nella prima fase, ce ne erano poche. Ora con i vaccini è lo stesso e con Johnson&Johnson abbiamo una dose unica: da qui a un mese avremo quelle sufficienti. Ci sono 3 milioni di persone che si sono ammalate o probabilmente il doppio secondo alcuni test. Il virus ha difficoltà a diffondersi e sperimenta con le varianti per la sua diffusione con il coinvolgimento dei giovani, per fortuna senza avere effetti negativi».

Sul futuro prossimo il virologo è fiducioso: «Grande attenzione, stringiamo i denti perché la luce inizia a vedersi. Il plasma ci ha permesso di arrivare ai monoclonali che sono la standardizzazione degli anticorpi prodotti dal nostro organismo e un'arma per tagliare le gambe a questo virus. Confido che con il tempo bello si ridurranno le occasioni di contagio e vedo un'estate più serena. Sarà importante ovviamente evitare un 'liberi tutti' come l'anno scorso».

Medici Sis 118: «Vaccinazioni? Vogliamo essere in prima linea»

«Siamo ben lieti di mettere a disposizione del Governo e del Ministro della Salute, particolarmente per le vaccinazioni da effettuarsi a domicilio, i medici e gli infermieri del 118, in orari aggiuntivi, e previ accordi, che, a buon diritto, riteniamo in assoluto gli equipaggi integrati sanitari più idonei e più qualificati, considerando che sono i professionisti dedicati del Sistema di Emergenza - Urgenza Territoriale del Paese, nella gestione di eventuali improvvise e clinicamente significative reazioni avverse, le quali sono pur possibili e peraltro, per quanto molto raramente, si verificano. A partire dalle persone fragili, dagli anziani con polipatologia, dai soggetti diversamente abili, dai soggetti con malattie rare, dai pazienti oncologici, dai pazienti con malattie neurodegenerative in fase avanzata, molto spesso allettati o funzionalmente obbligate al domicilio, una quota enorme della popolazione nazionale (94%), mentre stiamo entrando nel pieno della terza ondata, non è stata ancora vaccinata». Così in una nota Mario Balzanelli, Presidente Nazionale della Società Italiana Sistema 118.

«Non appena disponibili i vaccini, di annunciato imminente arrivo, diventa indispensabile, a nostro parere, procedere a vaccinazione intensiva, che contragga, in assoluto indifferibile contesto emergenziale, davvero al minimo le tempistiche perché sia realmente vaccinata, aldilà degli annunci, entro pochi mesi, tutta la popolazione nazionale - aggiunge - . Pensiamo ad una vaccinazione effettuata h 24, di giorno e di notte, senza soluzioni continuità, alternando ogni 8 ore il personale medico-infermieristico coinvolto, includendo prefestivi, festivi e superfestivi. Impensabile procedere a ritmi più blandi e in base a programmazione che preveda l'utilizzo di fasce orarie parziali, senza dubbio più comode per gli operatori sanitari ma, certamente, molto meno efficaci riguardo l'obiettivo fondamentale di mettere tutti in protezione ed assolutamente al più presto».