Gentiloni: «Farsi dettare la manovra da Bruxelles non ha precedenti»
Così l'ex premier Paolo Gentiloni intervistato a Radio anch'io, a proposito di quella che ha definito una «manovrina». Orfini: «Nessuna risorsa per teatri periferie»

ROMA - «Ieri abbiamo assistito ad una cosa incredibile: dopo aver detto 'me ne frego', 'tiro dritto', 'le letterine di Babbo Natale', ha fatto annunciare misure non dal premier italiano ma dall'ex primo Ministro lituano, mentre il Parlamento aspettava: benissimo che non ci sia stata la procedura d'infrazione, ma il modo in cui si è arrivati a farsi dettare la manvora da Bruxelles non ha precedenti»: così l'ex premier Paolo Gentiloni (Pd) intervistato a Radio anch'io (Radio Rai 1), a proposito di quella che ha definito una «manovrina», «forse la manovra meno consistente degli ultimi anni», che «non aiuta l'economia italiana».
Orfini: Nessuna risorsa per teatri periferie
«Tra le tante cose assurde di questa devastante legge di stabilità ve ne racconto una piccola, piccolissima. Perché spesso proprio dalle cose che non finiscono sui giornali si capisce molto. Con il gruppo del Pd al Senato avevamo lavorato su un emendamento che istituiva un fondo per sostenere i teatri nelle periferie più complicate. Perché ci sono tante realtà che fanno un lavoro pazzesco in contesti difficilissimi. E perché le diseguaglianze, l'insicurezza, le fratture sociali e urbane si affrontano anche, e direi soprattutto, così». Lo dichiara in una nota Matteo Orfini, presidente del Partito Democratico.
«Si potrebbero fare tanti esempi, ovviamente il primo che mi viene in mente - aggiunge - è il teatro di Tor Bella Monaca e il lavoro fantastico che fa ogni giorno per creare intorno a quel luogo una comunità viva e curiosa. Il nostro emendamento prevedeva un investimento ridicolo per le dimensioni di una legge di stabilità: 5 milioni di euro che il Ministero avrebbe poi stabilito come destinare ai teatri di periferia. L'emendamento non è stato accolto, e non per un problema di coperture: pare che il ministro Bonisoli non fosse d'accordo e onestamente non riesco a capire perché. È una delle - ahimè numerose - piccole storie assurde di un'improponibile legge di stabilità», conclude.