19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Lavoro nero

L'informazione continua l'attacco al governo: Le Iene accusano Di Maio. Il Fatto contro Salvini

La trasmissione di Mediaset denuncia un presunto caso di lavoro nero nell'azienda di famiglia. Ma il ministro, con questa vicenda, non c'entra proprio nulla

ROMA«Il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio lotta contro il lavoro nero mentre la ditta di famiglia ha avuto lavoratori al nero?». La denuncia è stata raccolta dalla trasmissione Le Iene, andata in onda ieri sera su Italia 1, e «arriva dal suo concittadino di Pomigliano d'Arco (Napoli), Salvatore Pizzo, detto Sasà, che lavorava nell'azienda edile che da trent'anni porta avanti il padre di Luigi, Antonio, prima intestata alla madre Paolina Esposito e confluita poi nel 2012 nell'Ardima srl, di proprietà al 50% del ministro e della sorella Rosalba». Salvatore Pizzo, riferisce il programma televisivo, in un servizio firmato dall'inviato Filippo Roma, è senza lavoro e sbarca il lunario con lavoretti occasionali per mantenere moglie e tre figli. Tra questi impieghi c'è anche quello di muratore per la ditta, Ardima, appunto, per la quale lavora per due anni, fino a quando è vittima di un infortunio ad un dito. Raccontano quindi Le Iene che «Antonio Di Maio, quando il lavoratore si fece male, disse a Sasà di non dire che era successo mentre lavorava per lui: Salvatore era in nero e il padre di Di Maio avrebbe passato così molti guai».

La risposta del ministro
Il fatto in questione, per il momento, sembra essere stato denunciato solamente dal diretto interessato, e quindi ancora tutto da confermare. Ma l'aspetto politicamente più interessante è che, all'epoca, Luigi Di Maio non aveva alcun legame diretto con l'azienda e, dunque, è stato tirato in ballo in televisione per una vicenda che riguarda unicamente suo padre. È lo stesso leader del Movimento 5 stelle, infatti, a rispondere così alle domande di Filippo Roma: «Io non gestisco direttamente l'azienda. E tra il 2009 e il 2010 non ero socio. A me questa cosa non risulta ma il fatto è grave, verificherò». Lo ha affermato il vicepremier e capo politico del M5s, intervistato da Le Iene sul caso del lavoratore che ha denunciato di aver lavorato in nero per l'azienda della famiglia Di Maio. Nel servizio il ministro spiega che «io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati, non c'è stato un bel rapporto, adesso è migliorato un po'. Non sapevo di lavoratori in nero. A me non risulta ma il fatto è grave, non mi ricordo di questo operaio ma ce ne sono stati tanti. A quell'epoca avevo 24-25 anni, io nell'azienda di famiglia ho aiutato mio padre come operaio ma non gestivo le cose di famiglia. Devo verificare questa cosa, verifichiamo tutto assolutamente. Se è andata così – conclude il vicepresidente del Consiglio – mi dispiace per quella persona. Sono sempre andato avanti nella convinzione che nella mia famiglia si rispettassero le regole, se è successo qualcosa sul luogo di lavoro con mio padre questa persona ha il dovere di dirlo, non solo a voi ma a tutte le autorità. Gli chiederò spiegazioni e vi farò sapere».

Gli attacchi dei giornali
Insomma, sembra che dopo il gruppo Espresso-Repubblica ora anche Mediaset abbia messo sotto attacco uno degli azionisti del governo, anche a costo di tirare in ballo delle situazioni nelle quali lui sembra entrare ben poco. E il tiro incrociato alla maggioranza è uno sport che le grandi testate giornalistiche nazionali continuano a praticare senza sosta, visto che stamattina anche il Fatto quotidiano ha aperto la sua prima pagina con il titolo «Dove sono finiti i soldi della Lega». Il fuoco dell'informazione, dunque, continua...