Di Maio colpito: sequestrati terreni del padre dopo l'accusa de Il Giornale
Due agenti della Polizia municipale sono andati a corso Umberto 69 a Mariglianella (Napoli), nello stabile di cui è comproprietario il padre del vicepremier
NAPOLI - Due agenti della Polizia municipale sono andati a corso Umberto 69 a Mariglianella (Napoli), nello stabile di cui è comproprietario il padre del vicepremier Luigi Di Maio. Alla vista dei giornalisti, diverse persone hanno invitato i cronisti ad allontanarsi: "Di Maio è l'orgoglio della nostra nazione». Il motivo della visita è il sopralluogo chiesto dal sindaco della città Felice Di Maiolo (Forza Italia) per verificare se alcuni ruderi presenti sul terreno in questione fossero abusivi, come riportato in un articolo de Il Giornale. Gli agenti sono arrivati intorno alle 10 e all’interno del terreno hanno trovato 3 manufatti sui quali si sono concentrate le verifiche della municipale. Contestualmente, però, i vigili hanno deciso di sequestrare le aree in questione, dove erano stati depositati rifiuti inerti. A renderlo noto è stato il comandante della Polizia municipale, il quale ha anche sottolineato che sono ancora in corso gli accertamenti da parte dell’ufficio tecnico sugli immobili. Il sequestro, quindi, è avvenuto solo per la presenza di calcinacci, macerie, residui da demolizione e di cantieri edili. Al sopralluogo dei vigili erano presenti anche i responsabili dell’ufficio tecnico comunale e un rappresentante della famiglia Di Maio.
L'accusa de Il Giornale
Secondo Il Giornale i manufatti in questione potevano essere abusivi. Da qui l’azione del sindaco di Mariglianella che ha inviato la pulizia municipale. Secondo Repubblica, inoltre, su quella proprietà risulta anche un’ipoteca per una cartella di Equitalia per una somma di 172mila euro. Il padre del vicepremier ha assicurato che chiarirà tutto, ma nel frattempo il figlio Luigi è stato chiamato a rispondere anche di questo nella puntata di Di Martedì andata in onda il 27 novembre. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha spiegato che in quel immobile hanno vissuto i suoi genitori e i suoi nonni dopo il terremoto del 1980: «Ho detto a mio padre che tutto quello che si dovrà fare si farà e di quello che è stato fatto ne risponderà mio padre» ha specificato il vicepremier. Che poi ha concluso: «L’ipoteca da 172mila euro? A questo punto significa che quel terreno andrà all’asta».
Di Maio fa vedere le carte
Di Maio promette "massima trasparenza" e cerca di mettere la parola fine alla vicenda dei lavoratori in nero nell'azienda di suo padre pubblicando alcune carte che dovrebbero scagionarlo dall'accusa più dolente: quella secondo la quale lui stesso potesse aver lavorato in modo irregolare nell'impresa del genitore. "Oggi, come promesso, pubblico i documenti che dimostrano l'assunzione nell'azienda di mio padre e le relative buste paga per il periodo di lavoro». Glielo avevano chiesto gli inviati de Le Iene, i primi a sollevare il dubbio sulla regolarità dei periodi svolti dall'attuale vicepremier come "muratore" all'Ardima, la ditta familiare. Il ministro del Lavoro pubblica sul blog del M5s alcune carte che dimostrano l'assunzione e 4 buste paga. Il contratto di lavoro dei dipendenti edili è a tempo determinato, dal 27 febbraio 2008 al 27 maggio 2008, con orario a tempo pieno e la la mansione di manovale. Manca l'estratto conto contributivo gli contesta il Pd che intende ora portare la vicenda in Paramento.
L'interrogazione del Pd
Con un'interrogazione al ministro del Lavoro sottoscritta da tutti i deputati del Pd, i dem hanno infatti formalmente chiesto al ministro Di Maio se "intenda rendere pubblica l'intera documentazione inerente al suo rapporto di lavoro con la Ardima costruzioni" e chiarire anche "se nel corso degli anni dal 2008 al 2013 sia stato percettore di trattamenti di indennità legati allo stato di disoccupazione». Anche il sindacato scende in campo: la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso sostiene infatti che "il ministro del lavoro abbia il dovere istituzionale di mandare gli ispettori a verificare la situazione perché solo su quella base potranno essere dati giudizi». Di Maio spiega che oggi ha pubblicato i documenti "immediatamente reperibili" ma promette che pubblicherà "anche gli altri richiesti, non appena saranno state ultimate tutte le verifiche necessarie" ma ci tiene a sottolineare che la sua "quota di partecipazione senza funzioni di amministratore o sindaco nella società Ardima sia sempre stata regolarmente dichiarata a partire dal 2014. A dimostrazione ulteriore che i fatti denunciati non riguardano il periodo in cui sono socio dell'azienda".
La difesa del M5s
Il M5s fa quadrato attorno a lui con tutti i big e il governo pentastellato che lo difendono mentre non si placa la polemica con il Pd. Soprattutto non si ferma il battibecco tra Alessandro Di Battista e Maria Elena Boschi. La ex ministra annuncia che proprio oggi suo padre ha ricevuto due decreti di archiviazione sulle vicende di Banca Etruria e sentenzia: "con il tempo la verità arriva" e che "l'odio è come un boomerang, prima o poi torna indietro'. Di Battista la incalza ricordandole che non è più ministro: "E' la fine che ti sei meritata per le tue menzogne e per aver provato ad utilizzare il tuo ruolo per scopi personali». Intanto mentre si attendono le verifiche dei vigili anche sull'immobile 'fantasma' che Il Giornale avrebbe scovato in un terreno di famiglia a Pomigliano c'è la consegna del silenzio tra gli attivisti M5s locali che da lunedì rifiutano contatti con i giornalisti, chiusi in un silenzio rispettoso "della delicatezza della vicenda".
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