Avanti con la "manovra del popolo", ma Di Maio dice ok al dialogo e Salvini apre alla "valorizzazione" del patrimonio pubblico
I due vicepremier confermano le loro posizioni, con qualche ma. Di Maio: "Margini per dialogo". Salvini: "No passi indietro, ma ripensiamo agli immobili"

ROMA - A Matteo Salvini che ha ironizzato ieri sulla "lettera" da Bruxelles chiamando in causa Babbo Natale, il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici replica dalle colonne del Corriere della sera chiedendo "rispetto reciproco, serietà e dignità». Lo stesso quotidiano, in un retroscena, attribuisce al ministro per gli Affari europei Paolo Savona l'opinione sulla necessità di "riscrivere la manovra». E la giornata si è aperta con una sventagliata di dichiarazioni indirizzate al dialogo da parte dei principali esponenti del governo. "Se si tratta di difendere gli italiani non siamo disposti a rinunciare a nulla, precisa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che però sparge miele a proposito della cena in programma sabato con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. "Spiegherò - dice - che non c'è nessuna presunta ribellione, nessuna presunta disobbedienza alle regole comuni». Il capo del governo vede rosa anche sull'andamento dei mercati finanziari, dopo i segnali di discesa arrivati ieri dallo spread Btp-Bund: "Noi siamo confidenti che potendo spiegare (la manovra, ndr) a Bruxelles e a un pubblico più ampio lo spread calerà".
Di Maio: margini per dialogo
A giudizio del vicepremier e leader M5S Luigi Di Maio "ci sono i margini per un dialogo e un confronto importante, credo che interessi anche all'Ue purché non stia chiedendo all'Italia di fare macelleria sociale: noi non siamo d'accordo a ridurre la platea di quota 100 e del reddito di cittadinanza, non siamo d'accordo se non ci permettono di risarcire i truffati delle banche, su tutto il resto: su ridurre gli sprechi e la riorganizzazione della spesa pubblica siamo d'accordo. Ci diano un mano con le esperienze di altri paesi». Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, più che un isolamento dell'Italia vede l'Europa trasformata in "un arcipelago». A giudizio del titolare della Farnesina "l'Ue è di fronte a uno dei bivi della storia dell'integrazione europea: deve ritrovare lo spirito collaborativo e solidale, rivedere parti della sua architettura complessiva. Va ricomposta l'unità dell'arcipelago. Ad esempio, è grave che manchi una vera politica comune sulle migrazioni: l'Europa dovrebbe fare molto di più sebbene a piccoli passi ci siano progressi".
Valorizzare gli immobili
Pur limando i toni più sprezzanti, Salvini tiene ferma la linea di chiusura alle richieste di Bruxelles. "Quel che il pubblico può fare - concede - è valorizzare i suoi immobili, palazzi e caserme inutilizzati, lo diremo all'Europa, è inutile che ci siano centinaia di palazzi stupendi vuoti che cadono a pezzi. L'unica cosa che non può chiedermi l'Europa è non toccare la legge Fornero, sbagliata ed iniqua: io la smonto pezzo per pezzo». Il leader leghista torna a chiedere "rispetto" alle autorità europee, "rispetto per il popolo italiano: ogni anno mandiamo 5 miliardi a Bruxelles, e siccome paghiamo chiedo almeno il rispetto. Bruxelles non ha mai mosso un dito sulle manovre del passato. Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, andava tutto bene per Bruxelles, non per gli italiani perché il debito è aumentato di 300 miliardi. Ora che facciamo qualcosa di diverso, perché gli italiani ce lo hanno chiesto, protestando». In generale, avverte, "noi passi indietro non ne facciamo: sanità, diritto alla salute che non si tocca, 1000 ricercatori universitari", in manovra "non abbiamo messo dei soldi a caso, c'è una idea di Italia che cresce".