19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Crollo ponte A10 Genova

Toninelli «orgoglioso» della sua esultanza: «Nessun favore alle lobby»

«Abbiamo dato una risposta rapida ai genovesi», dice il ministro dei Trasporti alla Stampa all'indomani dell'approvazione definitiva del decreto Genova

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, e il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, durante il voto sul Dl Genova al Senato
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, e il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, durante il voto sul Dl Genova al Senato Foto: Ettore Ferrari ANSA

ROMA – Alla città di Genova sono state date «risposte rapide», nel rispetto del «principio sacrosanto per cui chi ha fatto crollare il ponte per arricchirsi ora non possa arricchirsi ancora con la sua ricostruzione». Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, non fa passi indietro dopo l'approvazione di ieri al Senato del decreto Genova, celebrata con un pugno chiuso che ha scatenato un vespaio di polemiche. «Sono orgoglioso dell'esultanza – assicura in un'intervista a La Stampa – Gli altri esultavano per i favori alle lobby».

La soddisfazione del ministro
Il decreto è diventato legge e Toninelli si professa «soddisfatto». Si tratta, prosegue nell'intervista, di «un provvedimento molto ricco, articolato e complesso, ma convertirlo appena 47 giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta è una enorme soddisfazione. Ovviamente non spariscono come d'incanto i problemi di Genova, continuiamo a lavorare duramente. Ma abbiamo dato una risposta rapida a beneficio di sfollati, imprese, lavoratori, porto e per la città tutta». Quanto al commissario, va avanti, «Bucci ha già dato i tempi per il possibile avvio della demolizione e della ricostruzione. E ha parlato della procedura che sta per mettere in campo. Lui stesso ha detto che il provvedimento risponde al 95 per cento delle sue richieste. Non credo serva aggiungere altro. Abbiamo trovato una pronta soluzione a un nodo amministrativo e giuridico molto difficile, rispettando al tempo stesso il principio sacrosanto per cui chi ha fatto crollare il ponte per arricchirsi ora non possa arricchirsi ancora con la sua ricostruzione».

Autostrade paga, ma non ricostruisce
«Lasciamo lavorare il commissario in serenità – aggiunge Toninelli commentando l'ipotesi che ad Autostrade siano affidati altri incarichi, come la demolizione del ponte – Ma Aspi non dovrà avere alcun ruolo nella ricostruzione del ponte. Dovrà solo pagarla». E sull'ipotesi di partire con la demolizione entro il 15 dicembre, il ministro dice di «fidarsi del cronoprogramma del commissario. Stiamo ridisegnando i criteri dei pedaggi grazie alle prerogative rafforzate dell'Art (Autorità di regolazione dei trasporti, ndr). Ed è una vera rivoluzione – rivendica l'esponente del M5s – Finalmente le tariffe saranno legate all'efficienza e agli investimenti effettivi del gestore, non a costi e a spese presunti, futuri o magari solo futuribili. Sulla decadenza della concessione ad Aspi, il governo sta lavorando in modo compatto per realizzare quanto annunciato dopo il crollo». Dall'opposizione sono state mosse critiche sui tempi lunghi che sono stati necessari per approvare il decreto: «Sono quelli che, dopo anni, lasciano le vittime di un terremoto ancora nelle baracche – è la contro-accusa di Toninelli – Quelli che in questi anni hanno consentito ai concessionari autostradali privati di arricchirsi sulla pelle dei cittadini. Dovrebbero semplicemente avere il buongusto di tacere». Il ministro torna sulla sua esultanza, da molti considerata smodata e fuori luogo: «Negli anni – ricorda – abbiamo visto tantissime scene di esultanza nelle aule parlamentari, molte decisamente meno composte della mia. In passato, i partiti gioivano quando votavano leggi sciagurate per la gente, favorevoli alle lobby o riforme che tentavano di sfigurare la Costituzione. Noi esultiamo perché aiutiamo chi è stato colpito da una tragedia immane. Ne sono orgoglioso». Ma ci saranno, chiede ancora La Stampa. gli altri 460 milioni in legge di bilancio per Genova? «Certo – assicura – Per porto, zona franca urbana e autotrasportatori».