28 agosto 2025
Aggiornato 05:00
Manovra finanziaria

La flat tax c'è, ma a metà: ecco chi pagherà il 15% (per ora)

Sul suo cavallo di battaglia, la Lega ha dovuto accettare un compromesso con il M5s

Il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini
Il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini Foto: Basilietti | ANSA ANSA

ROMA«Dopo averlo dimostrato sull'immigrazione e la sicurezza, anche su temi economici continuiamo a mantenere le promesse con gradualità e coraggio. Fornero, flat tax, Equitalia: anche su questi temi siamo il cambiamento». Ufficialmente il vicepremier, Matteo Salvini, esulta per le misure in arrivo con la prossima manovra. Eppure, se si leggono più nel dettaglio i provvedimenti, si scopre che il cavallo di battaglia della Lega, la famosa flat tax, è stata di fatto dimezzata: «La flat tax c'è per i piccoli dimenticati dalla sinistra», spiega ancora il ministro dell'Interno.

Flat tax monca
La tassa piatta al 15%, infatti, si applicherà solo a ricavi fino a 65 mila euro e comporterà un onere di 520 milioni di euro nel 2019 (0,03% del Pil). Il costo salirà a circa 1,7 miliardi nel 2020 per poi scendere a circa 1,2 miliardi nel 2020. È quanto emerge dalle tabelle del Documento programmatico di bilancio inviato dal governo a Bruxelles: «Viene ampliato l'ambito di applicazione del regime forfettario dei minimi con un'aliquota sostitutiva forfettaria del 15% – spiega il Documento – per persone fisiche esercenti attività d'impresa con una unica soglia di ricavi e compensi elevata a 65.000 euro, indipendentemente dall'attività esercitata. Sono rivisti i coefficienti di redditività distinti in base all'Ateco dell'attività esercitata che, applicati all'ammontare dei ricavi o compensi percepiti, determinano il reddito imponibile».

È solo l'inizio
Dunque la flat tax sarà rivolta «inizialmente» alle sole attività svolte da imprenditori individuali, artigiani e lavoratori autonomi. E nel testo non c'è traccia nemmeno della seconda soglia caldeggiata dai leghisti per i ricavi fino a 100 mila euro che, nelle ipotesi circolate, prevedeva una aliquota aggiuntiva del 5%. Il Carroccio ha dovuto insomma accettare (non si sa quanto volentieri) di ridimensionare le sue richieste per trovare l'accordo con gli alleati di governo del Movimento 5 stelle, che hanno già fatto passare l'odiato condono, o pace fiscale se preferite. Che se ne riparlerà lo conferma il sottosegretario all'economia, il leghista Massimo Garavaglia, per il quale «l'impianto generale è così, poi vediamo» perché «la legge di bilancio si finisce a Natale e il confronto proseguirà anche con le categorie». «Il regime a 100.000 euro è una prospettiva per il 2020», conferma il sottosegretario al ministero dell'Economia, Massimo Bitonci, a Sky Tg24 Economia. Per alzare la soglia c'è infatti bisogno dell'autorizzazione dell'Unione europea e il governo ha bisogno «di sei mesi per ottenerla», ha spiegato.

Confindustria insoddisfatta
Ma gli imprenditori, per ora, si dicono insoddisfatti: «Le imprese non sono minimamente toccate dalla flat tax». Così il vicepresidente di Confindustria, Carlo Robiglio, a margine dell'evento Italia-Africa Business week. Robiglio esprime «assoluta insoddisfazione per questa misura che è stata sbandierata in queste settimane e in questi mesi. Ci eravamo riservati di analizzarla e valutarla, ma c'è poco da valutare». Per Robiglio infatti la misura va a «beneficio solo di alcune partite Iva e di alcune categorie di liberi professionisti, certo non delle imprese».