La «manovra del popolo» è realtà: il governo trova l'accordo. Ecco cosa c'è dentro
Nonostante le due ore di ritardo sulla tabella di marcia, l'esecutivo ha superato tutte le diffidenze e si è lasciato alle spalle l’impasse sulla pace fiscale
ROMA - L'accordo c'è. Nonostante le due ore di ritardo sulla tabella di marcia per l'inizio del consiglio dei ministri, l'esecutivo ha superato tutte le diffidenze e si è lasciato alle spalle l’impasse sulla pace fiscale. Il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono stati riuniti per due ore e mezza per sciogliere il nodo, dopo che in mattinata Di Maio aveva disertato il tavolo con Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria in segno di dissenso rispetto alle richieste della Lega. In mattinata Salvini aveva annunciato che l’approvazione della bozza della manovra sarebbe slittata a domani, anche se in base alle regole europee va inviata a Bruxelles entro il 15 ottobre. Poi però la legge di Bilancio è stata inserita nell’ordine del giorno del cdm.
Pensioni d'oro, Fornero e coperture
Il governo giallo-verde ha dunque varato la manovra economica per il 2019, composta dal disegno di legge di bilancio, il decreto fiscale e a sorpresa anche un dl taglia-scartoffie. Entra in manovra anche il taglio delle pensioni d’oro sopra i 4.500 euro netti al mese, da cui si stima di incassare 1 miliardo in tre anni. Si confermano inoltre le misure principali annunciate in questi mesi: dalla sterilizzazione dell’aumento dell’Iva per il 2019 all’avvio del reddito di cittadinanza alla riforma della legge Fornero, che dovrebbe partire da febbraio e che solo per il prossimo anno varrà 7 miliardi. Per quanto riguarda le coperture, gli aumenti di entrate al momento previsti ammontano a 8 miliardi, mentre i tagli sono quantificati in poco meno di 7 miliardi. Di Maio aveva anticipato che uno arriverà dal taglio delle pensioni d’oro su un triennio. Salvini dal canto suo ha detto che un altro miliardo lo mette lui «cash» grazie al risparmio «dell'accoglienza alla Riace».
Come funziona la pace fiscale
Le tensioni fra le due anime del governo si erano consumate nei giorni scorsi soprattutto sulle misure della cosiddetta pace fiscale e in particolare la scelta fra condono, caldeggiato dalla Lega, e ravvedimento operoso, voluto dai Cinque Stelle. La soluzione individuata prevede un’aliquota del 20% sulle somme non dichiarate nei cinque anni precedenti, fermo restando un limite di un terzo sull’imponibile dichiarato, con un tetto massimo di 100 mila euro. Arriva anche lo stralcio delle mini-cartelle sotto i mille euro relative al periodo 2000-2010 e si conferma la rottamazione ter. C'è anche una una norma per l’arresto degli evasori fiscali. Il carcere per diverse fattispecie di evasione è in realtà già previsto, anche se il governo Renzi aveva alzato le soglie di non punibilità.
Sanatorie, non condoni
Una raffica di sanatorie che i rappresentanti del governo hanno negato si tratti di condono. «Lei lo chiami come vuole, sono scelte lessicali, noi la chiamiamo definizione agevolata», ha risposto il presidente del Consiglio. Mentre il ministro Tria, assediato dai cronisti, ha invitato a leggere e studiare le misure. Di Maio ha messo le mani avanti dichiarando che ci sarà la galera per chi evade e nessun salvacondotto. «Prima di tutto ci siamo accordati sul fatto che per gli evasori ci sarà la galera. Ci sarà la pace fiscale per aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia, ma non ci sarà nessun salvacondotto per chi evade», ha dichiarato il ministro. Battaglia vinta da Salvini anche sulla riforma della Fornero. «Cominciamo a mantenere gli impegni presi, gradualmente ma con coraggio, a partire dallo smontare mattone dopo mattone la legge Fornero restituendo il diritto alla pensione e al lavoro per circa 400mila italiani, senza penalizzazioni di nessun tipo», ha detto il ministro degli Interni, aggiungendo che l’obiettivo è quello di azzerare la legge.
Nessun aumento delle tasse, se non per banche e assicurazioni
«Nessun aumento delle tasse, se non per banche e assicurazioni», sottolineano fonti della maggioranza. Secondo quanto emerso nei giorni scorsi un maggior gettito da parte del sistema bancario dovrebbe in realtà arrivare da una revisione delle deduzioni fiscali delle banche. Per esempio, le ipotesi circolate nei giorni parlavano di una riduzione della percentuale di deducibilità di alcuni costi come gli interessi passivi, oggi deducibili al 100%. Dal vertice è uscita anche la decisione che l’introduzione della quota 100 per andare in pensione partirà da febbraio. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, come aveva anticipato il premier, le offerte di lavoro saranno «modulate sulla base della distribuzione geografica». Si pensa in pratica di dare la possibilità di rifiutare la prima offerta se il posto è fuori dalla regione di residenza, senza per questo giocarsi una delle tre chance dopo le quali viene meno il diritto al sostegno.
Di Maio: «E' un nuovo contratto sociale»
La manovra «non fa miracoli, non moltiplica i pani e i pesci ma rende la vita migliore ad alcuni milioni di italiani», ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini nel corso della conferenza stampa con il premier Giuseppe Conte, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Soddisfatto anche Di Maio, che ha sottolineato come questa non sia una «semplice» manovra, ma «un nuovo contratto sociale che lo Stato stipula con i cittadini», in cui «vengono ristabiliti diritti che erano stati calpestati, vengono eliminati privilegi. Da qui non si torna più indietro». Per il premier Conte si tratta di «un progetto di manovra economica che serve al Paese, serve ai cittadini e la cosa più bella - ha osservato - è che siamo riusciti a tenere i conti in ordine».