Tutti i numeri della manovra: cosa c'è e quanto costa
«Promesse mantenute e conti in ordine»: il premier Giuseppe Conte si dice soddisfatto

ROMA - Promesse mantenute e conti in ordine. Il premier Giuseppe Conte a inizio conferenza stampa con i giornalisti al termine di una lunghissima giornata in cui nulla era dato per scontato si dice soddisfatto. «Siamo riusciti a mantenere i conti in ordine mantenendo le promesse fatte. Siamo molto soddisfatti». La manovra elaborata dal governo punta a conseguire un indebitamento netto della PA che, con un profilo comunque decrescente, risulti pari al 2,4 per cento del Pil nel 2019, al 2,1 per cento nel 2020 e all’1,8 per cento nel 2021. Lo si legge nel progetto di Bilancio 2019 notificato all'Ue. Il profilo dei conti pubblici illustrato modifica «sensibilmente» il sentiero dell’indebitamento netto strutturale – spiega il documento – che, dopo il miglioramento di 0,2 punti di Pil previsto per quest’anno, peggiorerebbe di 0,8 punti nel 2019.
Debito
Il governo prevede inoltre una crescita economica dell’1,5 per cento nel 2019, dell’1,6 per cento nel 2020 e dell’1,4 nel 2021. Il livello del Pil nominale nello scenario programmatico è sensibilmente superiore a quello tendenziale lungo tutto il triennio di programmazione. La crescita del Pil nel prossimo triennio – afferma ancora il documento – sarà trainata dalla domanda interna e da una ripresa delle esportazioni dopo il marcato rallentamento subìto quest’anno. Nonostante il deficit al 2,4 per cento del Pil quest’anno, nel progetto di Bilancio inviato all’Ue il governo prevede anche una discesa del debito-Pil sul triennio in esame, anche a riflesso degli ipotizzati «proventi da dismissioni ed altre entrate afferenti al Fondo di Ammortamento del Debito Pubblico, pari a 0,3 punti di Pil all’anno per il periodo 2018-2020». Tenuto conto di questi introiti, nello scenario programmatico la discesa del rapporto debito-Pil è attesa pari a 0,3 punti quest’anno, e quindi 0,9 punti nel 2019, 1,9 nel 2020 e 1,3 nel 2021. Il rapporto scenderebbe dunque dal 131,2 per cento del 2017 al 126,7 nel 2021. Nelle tabelle allegate il debito-Pil viene indicato al 130,9% nel 2018, 130% nel 2019, 128,1% nel 2020 e 126,7% nel 2021.
Investimenti pubblici
Nello specifico la manovra prevede anche la sterilizzazione totale delle clausole di salvaguardia per il 2019 e la riduzione di quelle previste per il 2020 e 2021, le iniziative a favore del rilancio degli investimenti pubblici e privati, l’introduzione della flat tax per le piccole imprese e per i lavoratori autonomi, gli interventi di ristrutturazione del sistema pensionistico a favore dell’occupazione giovanile e l’istituzione del reddito di cittadinanza. Le risorse aggiuntive per gli investimenti pubblici porteranno con sé, con successivi provvedimenti, anche miglioramenti organizzativi e regolatori, rivisitando il quadro normativo e la semplificazione delle procedure amministrative. Per l’anno 2019 1 miliardo di euro è, inoltre, specificatamente dedicato al programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana che il Governo ha predisposto a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova.
Flat tax
Per quanto riguarda un altro dei temi caldi della manovra, la flat tax, nel 2019 sarà rivolta inizialmente alle sole attività svolte da imprenditori individuali, artigiani e lavoratori autonomi ampliandola possibilità di aderire ad un regime forfettario, sostitutivo di Irpef e Irap, con un’aliquota del 15 per cento. Il decreto legge sulla cosiddetta pace fiscale prevede invece la definizione agevolata delle posizioni debitorie dei contribuenti e la chiusura dei contenziosi pendenti, diluendo i termini di pagamento delle somme dovute per estinguere il proprio debito ad un lasso temporale di cinque anni e con un tasso di interesse molto ridotto.
Pensioni e reddito di cittadinanza
Il progetto di bilancio contiene, inoltre, un pacchetto di norme che rivedono il sistema pensionistico «nell’ottica di agevolare il ricambio generazionale e consentire ai giovani di entrare nel mercato del lavoro». Per poter accedere alle prestazioni previdenziali si dispone il raggiungimento della cosiddetta «quota 100», come somma dell’età anagrafica (62 anni) e contributiva (minimo 38 anni). Per il potenziamento della lotta alla povertà si introduce il reddito di cittadinanza «per sostenere chi si trova al di sotto della soglia di povertà e, allo stesso tempo, favorirne il reinserimento nel mercato del lavoro attraverso un percorso formativo vincolante».