«Finita la pacchia» per Berlusconi: tetto alla pubblicità in tv
Il sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, promette un giro di vite sulle televisioni, per eliminare tutti «i favori del Partito democratico a Mediaset»
ROMA – «Non è il mio linguaggio, ma si può anche dire che è finita la pacchia. Il punto vero è che occorre ridistribuire la pubblicità tra tv e carta stampata». Ad esempio «penso che si possano introdurre dei tetti pubblicitari per aiutare dal lato degli introiti i giornali». Lo afferma il sottosegretario con delega all'Editoria, Vito Crimi, intervistato dal Fatto Quotidiano sui suoi prossimi provvedimenti.
Il fondo voluto dal Partito democratico
A partire dal finanziamento del Fondo per il pluralismo dell'editoria istituito dall'ex ministro Luca Lotti, con il governo Renzi: «Era previsto un contributo di solidarietà dello 0,1% sui redditi delle concessionarie di pubblicità» ma «il decreto che avrebbe dovuto fissare i criteri per questo contributo non è stato mai varato» e «quella 'dimenticanza' è stata l'ennesimo favore del Pd a Berlusconi e questi regali devono finire». Ora «riapriamo subito i termini». Inoltre «verificheremo che l'extragettito del canone Rai sia davvero confluito nel fondo».
Dopo i partiti, mannaia sui giornali
Crimi spiega che «noi vogliamo solo togliere i fondi pubblici all'editoria, non eliminare il fondo pluralismo». Attualmente «sono stanziati circa 200 milioni tra contributi diretti, alle radio e alle tv, senza contare l'agevolazione delle tariffe telefoniche che può essere stimata in 60 milioni» ma «vanno aggiustate le distorsioni, visto che circa il 30 per cento dei fondi va a 4-5 testate». Insomma, un netto taglio ai fondi per l'editoria, sulla scorta di «quanto fatto con l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti». Ma il sottosegretario non intende dichiarare guerra alla carta stampata, anzi: «Ci sono modi per affrontare le ricadute occupazionali», ad esempio «penso che si possano introdurre dei tetti pubblicitari per aiutare dal lato degli introiti i giornali». Tetti pubblicitari che andrebbero a colpire proprio le televisioni: «Un meccanismo di redistribuzione delle risorse all'interno del sistema». Una notizia che, indubbiamente, farà tremare Mediaset e la famiglia Berlusconi.
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