La famiglia Renzi di nuovo nei guai: i genitori di Matteo a processo
Rinviati a giudizio Tiziano Renzi e Laura Bovoli, padre e madre dell'ex premier, con l'accusa di fatture false. E si scoprono nuovi dettagli sull'inchiesta del cognato
ROMA – Arriva il rinvio a giudizio per i due genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli. Il gip di Firenze, Silvia Romeo, li accusa di emissione di due fatture false da parte delle loro società, una da 20 mila e un'altra da ben 140 mila euro più Iva. Con loro a processo, che inizierà il prossimo 4 marzo, quando è stata fissata la prima udienza, finirà anche l'imprenditore Luigi Dagostino, che dovrà rispondere anche del reato di truffa. «Era una decisione scontata, da quando abbiamo scelto di chiedere il processo nel marzo 2018 – si legge in una nota diffusa dall'avvocato Federico Bagattini e dai legali dello studio Miccinesi, che difendono i genitori di Renzi – Vogliamo difenderci in un processo e non nel tritacarne mediatico, anche perché le fatture ci sono, sono state regolarmente pagate e il progetto per il quale Renzi ha lavorato è in corso di realizzazione. Siamo dunque molto fiduciosi sul merito del procedimento».
E c'è anche il cognato
Ma i guai con la giustizia, per la famiglia dell'ex premier ed ex segretario del Pd, non si fermano a questa inchiesta. Ce n'è anche un'altra, che riguarda Andrea Conticini, cognato di Renzi, indagato per riciclaggio, e i suoi due fratelli Alessandro e Luca, accusati di appropriazione indebita e autoriciclaggio. Il quotidiano La Verità, in particolare, ha rivelato ulteriori dettagli che emergono dalle carte dell'indagine, che riguarda i 6,6 milioni di dollari che i parenti del senatore di Scandicci avrebbero sottratto ai fondi donati per i bambini africani. Secondo quanto ricostruisce il giornale, infatti, i soldi in questione sarebbero partiti da un conto corrente della Cassa di risparmio di Rimini riconducibile proprio ai Conticini, per finire all'estero: per la precisione in Portogallo. Proprio dove Alessandro Conticini, con la moglie e altri soci, diventa proprietario di una sontuosa villa e di una palazzina. Non manca nemmeno l'isola di Guernsey, paradiso fiscale noto per attirare chi ama la riservatezza economica e chi vuole pagare poche tasse. Qui i magistrati contestano la sottoscrizione di obbligazioni della società Red Friar private equity limited Guernsey per 798.000 euro.
La difesa
«Alessandro Conticini ha usato un suo conto corrente e non deve provare che i soldi erano suoi – risponde l'avvocato degli indagati, Federico Bagattini, a La Verità – È la Procura che deve provare che non lo erano, e che non ne poteva disporre. Io qui ho delle persone offese che dicono che hanno fatto i controlli e che per loro è tutto regolare. Punto». Saranno i magistrati a dire l'ultima parola.
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