8 dicembre 2024
Aggiornato 13:30
Politica

Non cadete nella trappola di Emma Bonino. 25 anni di trasformismo con un solo obiettivo: privatizzare

In lacrime, dopo una denuncia senza mezzi termini al «governo del cambiamento» per la «manovra farlocca». Ma ecco chi è, davvero, Emma Bonino

Emma Bonino commossa al termine del suo intervento nel corso dell'esame della legge di bilancio nell'aula di Palazzo Madama, Senato della Repubblica
Emma Bonino commossa al termine del suo intervento nel corso dell'esame della legge di bilancio nell'aula di Palazzo Madama, Senato della Repubblica Foto: Riccardo Antimiani ANSA

ROMA - In lacrime, dopo una denuncia senza mezzi termini al «governo del cambiamento» che «non rispetta le istituzioni» al grido di «manovra farlocca». Così Emma Bonino torna alla carica dai banchi del Senato. La senatrice eletta nelle liste di +Europa ha ricordato con commozione che il fatto che «il Parlamento sia umiliato, esautorato, ridotto alla farsa non è un trofeo di cui andare orgogliosi», ma «una ferita grave a tutti, al paese e alla democrazia», «un ulteriore grave attacco alla democrazia rappresentativa». Lei, battagliera e coraggiosa, intimamente convinta della necessità della libertà in tutte le sfere del privato. Da 40 anni i cosiddetti radicali a cui più o meno appartiene fanno battaglia sui diritti civili. Ma i personaggio - la Bonino - non è esattamente quel modello di onestà, trasparenza e coerenza che vorrebbe rappresentare. Ricordiamo la sua lunga e operosa carriera politica.

Gli inizi politici con B.

Viene eletta in Parlamento nel 1994 sotto il simbolo del «Polo delle Libertà», e si iscrive al gruppo parlamentare di Forza Italia, quello in cui ci sono Previti e Dell’Utri per intenderci, arrivato al governo insieme alla Lega di Bossi e ai post-fascisti di Fini. Da Berlusconi in persona viene nominata alla Commissione Europea, da cui però si deve dimettere per uno scandalo di corruzione riguardante un suo collega. Ma non c’è problema, perché nel giro di pochi mesi, grazie alla vendita delle frequenze di Radio Radicale 2, il cui valore era stato costruito da anni di ingenti finanziamenti pubblici, e di altri patrimoni di partito, anch’essi pompati dal finanziamento pubblico, Emma Bonino mette in piedi la più grande operazione pubblicitaria sulla politica mai vista in Italia: oltre 24 miliardi di lire in spot elettorali e materiali vari, che le fruttano parecchio: ben l’8% alle Europee.

Convintamente con la destra berlusconiana

Come ricorda bene Lorenzo Zamponi, ricercatore della Normale di Pisa, in un post che ha fatto il giro del web, ovviamente la Lista Bonino smette di esistere il giorno dopo, e il Garante della Privacy la condanna per abusi nella gestione di indirizzi e-mail e numeri di telefono, ma intanto i seggi sono stati portati a casa, aderiscono allo stesso gruppo di Lega e Fiamma Tricolore e «vengono utilizzati per sostenere vigorosamente le guerre coloniali americane in Kosovo e Afghanistan». Per tutto questo tempo, Emma Bonino resta parte organica della destra berlusconiana, «condividendo tutte le porcherie, le leggi ad personam, i tagli a scuola e sanità, le clientele, le ruberie, tutto».

Il passaggio a sinistra

Dopo oltre un decennio di militanza convinta nella destra berlusconiana, Emma Bonino «annusa l’aria», guarda i sondaggi, e visto il calo di popolarità di B., passa armi e bagagli al centrosinistra. La sua lista «Rosa nel Pugno» insieme ai socialisti porta a casa il solito ridicolo 2%, ma grazie al premio di maggioranza conquistato dagli alleati, arrivano comunque un bel po’ di seggi in parlamento e per Emma, addirittura, un posto da ministra. Due anni dopo, quando nasce il Pd e dichiara guerra ai piccoli partiti, il suo piccolo partito non ha problemi a sopravvivere: si accorda col Pd e si accaparra un bel po’ di posti sicuri nelle liste bloccate, dall’alto del suo 1%.

L'aumento dell'età pensionabile per le donne

Nel 2010, inspiegabilmente, da esponente di quello che è probabilmente il più piccolo partito italiano, viene candidata a presidente del Lazio, e nonostante l’ultimo presidente di destra del Lazio sia sotto processo, Bonino riesce a perdere contro l’"impresentabile» Renata Polverini. Ovviamente non passa neanche un giorno a fare opposizione nel Lazio, per non perdere il suo scranno in Senato. E lo utilizza per cosa? Dall’opposizione lancia una incredibile battaglia «femminista» per alzare l’età pensionabile delle donne. In conseguenza di ciò, sosterrà convintamente il governo Monti, compresi pareggio di bilancio, riforma Fornero, ecc.

+Europa, la «lista civetta» del Pd

Nel 2013, la sua lista alle elezioni politiche prende lo 0,19% (meno di Forza Nuova e del Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando). In conseguenza di questo «straordinario» risultato, poche settimane dopo le elezioni diventa nuovamente ministra, questa volta addirittura degli Esteri. E alla fine della legislatura, si mette alla testa di una «lista civetta del Pd» chiamata «+Europa». Nonostante il numero di firme da raccogliere per potersi presentare sia bassissimo - tant’è che sono riuscite a raccoglierle non solo Potere al Popolo, ma anche CasaPound, Forza Nuova, il Partito Comunista di Rizzo, la lista trotzkista di Ferrando e Bellotti, «Il Popolo della Famiglia» di Adinolfi, e il mitico «Partito Valore Umano» - Emma Bonino «non ha nessuna intenzione di sporcarsi le mani, e, in coerenza con le sue battaglie laiche e libertarie, si fa prestare il simbolo dal democristiano Tabacci».

Privatizzazioni, avanti popolo

Si presenta ora alle elezioni con un programma «ridicolo», prosegue Zamponi nel suo post, che promette investimenti in ricerca e ambiente dopo aver detto nella prima pagina che intende bloccare completamente la spesa pubblica. Le ricette che propone sono sempre le stesse: «Privatizzare tutto, far indebitare i cittadini, renderli licenziabili e senza alcun sostegno pubblico, farli lavorare fino a 90 anni, far pagare loro qualsiasi servizio e tenerli pronti a partire per qualsiasi guerra coloniale americana in giro per il mondo». Il tutto dietro alla cortina fumogena della legalizzazione delle droghe leggere e dei diritti civili, temi sui quali Emma Bonino e i suoi non hanno portato a casa un singolo risultato in 25 anni, pur essendo stati praticamente sempre al governo.

Amica di Fornero, Monti & co.

25 anni di trasformismo e opportunismo, di assenza totale di qualsiasi tipo di consenso popolare, di complicità con i «peggiori governi» di questo paese, non si cancellano con un po’ di propaganda. «Se sei un elettore di sinistra, progressista, democratico, e giustamente non ti fidi del Pd di Renzi, hai tante altre scelte, informati, decidi con la tua testa, ma non cadere nella trappola di Emma Bonino. E ricordati: Elsa Fornero vota Emma Bonino. E secondo me, nel segreto dell’urna, pure Mario Monti» conclude Zamponi.