19 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Politica

Fico, il nuovo Fini: è rottura totale con Di Maio e il governo

Come i suoi predecessori, anche l'attuale presidente della Camera finisce per smarcarsi dalla maggioranza che lo ha eletto: la spaccatura sul caso Diciotti

Il presidente della Camera Roberto Fico e il vicepremier Luigi Di Maio
Il presidente della Camera Roberto Fico e il vicepremier Luigi Di Maio Foto: ANSA/ALESSANDRO DI MEO ANSA

ROMA – Potremmo chiamarla la maledizione di Montecitorio. Una maledizione che sembra colpire invariabilmente tutti i politici che si siedono sulla poltrona più alta della Camera dei deputati: è toccato a Pier Ferdinando Casini, a Fausto Bertinotti, a Gianfranco Fini, poi a Laura Boldrini e non ne sembra immune nemmeno Roberto Fico. Tutti i presidenti che si sono succeduti nelle ultime legislature sono stati dapprima eletti dalla maggioranza, poi hanno iniziato ad esprimere delle posizioni sempre più divergenti, addirittura critiche rispetto agli stessi schieramenti che li avevano votati. Tanto da trasformarsi in autentici problemi politici.

Le due anime del Movimento
È proprio quello che sta capitando oggi con l'esponente del Movimento 5 stelle, che nei giorni scorsi ha espresso una dura contrarietà alla linea del governo Conte sull'emergenza sbarchi: «Scendano tutti dalla nave Diciotti». Una dichiarazione che non è stata ovviamente presa bene dal leader del suo partito: «Fico ha tutto il diritto di esprimere la sua opinione, ma il governo è compatto sulla linea Conte», ha sibilato il ministro dello Sviluppo economico. Insomma, la divergenza sui migranti ha fatto calare definitivamente il gelo tra i due massimi rappresentanti dei pentastellati nelle istituzioni. Ma non si è trattato di un fulmine a ciel sereno: al contrario, è stata solo l'esplosione più evidente di un conflitto che da tempo continuava a covare sotto la cenere.

Un dualismo che viene da lontano
Fico e Di Maio, infatti, non si sono mai sopportati, come ricostruisce oggi Alessandro Trocino sul Corriere della Sera. Entrambi di origine napoletana: ma il primo dei quartieri alti del Vomero, il secondo della periferia operaia di Secondigliano. Entrambi appassionati di politica fin dalla più giovane età: ma il primo sostenitore di Rifondazione comunista e della «rivoluzione» di Bassolino, il secondo figlio di un dirigente locale di Alleanza nazionale. Insomma, due gemelli molto molto diversi, che non a caso avevano manifestato notevoli frizioni già in passato: quando Di Maio fu nominato capo politico del M5s, Fico si rifiutò in polemica di salire sul palco di Rimini. Ma quelli erano solo scricchiolii interni al partito: ora il loro confronto rischia di trasformarsi in un'autentico scontro istituzionale, tra il vicepremier e la terza carica dello Stato...