28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Sicurezza

Bologna, violenta rissa tra detenuti stranieri: feriti quattro poliziotti

La denuncia del Sappe: «A scatenare la rissa un gruppo di detenuti stranieri, tunisini e albanesi». I dati: «Ogni giorno almeno 3 feriti»

Foto di repertorio
Foto di repertorio Foto: ANSA/ARCHIVIO/DI MEO ANSA

BOLOGNA - Ancora altissima tensione in carcere a Bologna, dove venerdì pomeriggio si è verificata una rissa tra detenuti stranieri nel carcere minorile. A darne notizia è Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: «Venerdì sera, presso l'Istituto Penale Minorile di Bologna, intorno alle ore 19, durante la cena un gruppo di detenuti stranieri, tunisini e albanesi, scatenano una violenta rissa, lanciandosi contro tavoli, sedie ed altro; interviene in massa tutto il personale di Polizia Penitenziaria in servizio e anche fuori servizio». Epilogo della rissa, «ben quattro agenti contusi, feriti, perché colpiti dalle suppellettili, che sono stati accompagnati in Ospedale per le cure e gli accertamenti del caso. Pare che a scatenare i disordini sia stato un detenuto ritornato nuovamente all'IPM bolognese, dopo essere stato allontanato per qualche tempo, sempre per comportamento violento. Il Sappe, nell'esprimere vicinanza al personale ferito nell'evento critico, sollecita il Dipartimento per la Giustizia Minorile a porre in essere tutti gli interventi di sostegno/supporto operativo alla struttura minorile bolognese».

La denuncia del Sappe
«Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre», denuncia il sindacato, «altro che carcere umano e più sicuro, come prometteva il Ministro della Giustizia Orlando: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Non ci si ostini a vedere le carceri con l'occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c'è affatto: gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o - peggio - aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l'ordine interno».

I numeri delle aggressioni
Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per l'Agente ferito a Bologna, aggiunge: «Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni ed ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all'anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 ed i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno! Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l'urina o la candeggina? E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola 'taser' e spray al peperoncino? Evidentemente le priorità erano e sono altre: come, ad esempio, consentire l'uso della sigaretta elettronica nelle celle o prevedere le 'doccette' nei cortili passeggi per dare refrigerio ai detenuti durante i mesi estivi».