26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Governo

Di Maio rimette al centro l'Italia: subito il «decreto dignità» e nel 2019 il reddito di cittadinanza

Il primo decreto che Di Maio presenterà in Consiglio dei ministri si chiamerà “decreto dignità”

Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio
Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - Il primo decreto che Di Maio presenterà in Consiglio dei ministri si chiamerà «decreto dignità»: un decreto in quattro punti, ha spiegato il ministro, per «ridare dignità a categorie che hanno dato il sangue in questi anni». La prima categoria sono le imprese. «Vogliamo eliminare tutti quegli strumenti che rendono un inferno la vita degli onesti», ha detto Di Maio. Il secondo punto sarà «una norma sulle delocalizzazioni». La terza questione è la lotta alla precarietà: ridurre il rinnovo illimitato dei contratti a tempo determinato e dare garanzia a nuove categorie tipo i ‘riders’ che sono le prime persone "a cui ho aperto le porte del ministero del lavoro». Infine, c’è la questione del «gioco d’azzardo: voglio vietare la pubblicità del gioco d’azzardo».

Reddito di cittadinanza tra un anno
L'obiettivo numero uno della parte grillina del governo, invece, potrebbe vedere la luce già nel 2019. Il governo punta ad avviare il reddito di cittadinanza nel 2019 introducendo il fondo nella prossima legge di Bilancio. A riferirlo è il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in persona, a Rtl. «Non voglio fare proclami, dico lo spero, perché sto lavorando duro per arrivare a quest’obiettivo, spero di non trovare intoppi e problemi». Non una certezza dunque, ma un auspicio.

Come funziona
Da sottolineare che la proposta del M5S è comunque più vicina a un reddito minimo garantito piuttosto che al reddito di cittadinanza letteralmente inteso, poiché non universale, ma destinato ad un numero limitato di cittadini. La versione pentastellata prevede un contributo economico destinato alle famiglie che si collocano entro la soglia minima di povertà (secondo l’ISTAT in Italia è di 780 euro). Tale sostegno varia inoltre in base alla composizione del nucleo familiare ed al reddito già percepito. Per calcolare quanto tali cittadini riusciranno ad ottenere, il procedimento dovrebbe consistere nel sottrarre ai 780 euro del tetto massimo il reddito già posseduto: la differenza darà il contributo spettante.