9 dicembre 2024
Aggiornato 21:00
Governo

Mosca chiama Roma: Salvini ospite d’onore alla festa dell'ambasciatore russo ruba la scena agli altri invitati

Oltre mille ospiti e Italia rappresentata come non avveniva da tempo al ricevimento a Villa Abamelek

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - Oltre mille ospiti e Italia rappresentata come non avveniva da tempo al ricevimento a Villa Abamelek, che in occasione della Festa nazionale russa si è ritrovata al centro dell’attualità politica. Soprattutto grazie a un Matteo Salvini che ha ribadito, e rilanciato, i suoi propositi di svolta nei rapporti con Mosca. Oltre al ministro dell’Interno e vicepremier Salvini ieri sera nel parco della residenza dell’ambasciatore russo Sergey Razov c’erano la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Avvistato anche Manlio Di Stefano del M5S, presente Vittorio Sgarbi.

Salvini amico di Mosca

Ma tra balli e canti tradizionali russi, accompagnati da un buffet di ispirazione decisamente mediterranea, Salvini ha rubato la scena, assediato dagli ospiti, dagli imprenditori presenti, anche dai russi che volevano semplicemente stringergli la mano. Bloccato a fine serata da alcuni giornalisti, il ministro non si è risparmiato e ha ribadito che per il nuovo governo è «fondamentale lavorare, avere scambi culturali, scambi economici» con Mosca, «quindi porteremo in tutte le sedi la richiesta di tornare ad avere relazioni amichevoli con la Federazione Russa, perché non penso che rappresenti alcun tipo di pericolo».

Il «tabù» Crimea

Nemmeno un eventuale riconoscimento della Crimea come parte integrante della Russia è un tabù. «C’è qua il ministro degli Esteri, non farmi portare via lavoro. Però parleremo di tutto, parleremo di tutto», ha detto il vicepremier. Quanto alla possibilità di un veto italiano in sede europea al rinnovo delle sanzioni contro Mosca, «le idee son chiare, il contratto di governo è chiaro».