26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Governo

Giannuli al DiariodelWeb.it: «Lega-M5s? Sarà il governo più di destra degli ultimi 70 anni»

Il politologo e storico, che ha abbandonato polemicamente il Movimento 5 stelle, è molto critico sul contratto di governo: «Qui le idee sono sparate a caso»

ROMAProfessor Aldo Giannuli, dal punto di vista di chi, come lei, è stato molto vicino ai Cinque stelle e poi se n'è andato in polemica con i cambiamenti di fronte del Movimento, questo contratto di governo che effetto le fa?
Non ci vuole molto a capire che sta nascendo il governo più di destra degli ultimi settant'anni. La cosa più grave di tutte è che il M5s abbia accettato la flat tax. Dopodiché io sono contrario anche al reddito di cittadinanza, che ritengo non una proposta di sinistra, ma sostanzialmente neoliberista. Il problema, piuttosto, è il lavoro.

Insomma, mi sta dicendo che il Movimento 5 stelle ha ceduto alla Lega?
Per certi versi sì e per certi versi no. Dal punto di vista culturale, non ha ceduto, perché la svolta a destra era già presente nella formazione del programma. Per esempio, l'ostilità nei confronti degli immigrati non è una concessione alla Lega: era già nella loro prospettiva. Semmai, loro sono riusciti a introdurre nel contratto più elementi rispetto a quanto non abbia fatto la Lega. Ma, soprattutto, c'è un problema: tutta questa partita si gioca su chi fa il gol di palazzo Chigi. Salvini ha già mollato accettando che la presidenza del Consiglio vada al M5s, in vista di una staffetta improbabilissima, perché nessuno può garantire che questo sia un governo di legislatura. Anzi, nessuno può garantire che duri più di un anno.

Questa idea della staffetta sa tanto di prima Repubblica...
Nel complesso, chi sta messa peggio è la Lega, che deve spiegare a se stessa e ai suoi alleati di coalizione di aver accettato un presidente del Consiglio del M5s. Ma se poi addirittura fosse Di Maio sarebbe una Caporetto.

Sembra di no.
Non lo so: ogni cosa che dicono questi dura lo spazio di mezzo mattino e poi non è più vera già al pomeriggio. Ma, se dovesse andare a finire così, realisticamente Berlusconi gliela farebbe pagare.

L'impressione è che accettino qualsiasi cosa pur di andare al governo.
Questo l'abbiamo capito. Ma questo, in realtà, è l'atteggiamento di entrambi. Nessuno, per esempio, si è posto il problema dei conti. Per dirne una: il rimpatrio degli immigrati quanto costa? Qualcuno ha provato a calcolare che cosa significa fare le operazioni di polizia per le identificazioni e poi le espulsioni? A parte il fatto che di molti non si sa neanche dove andranno rimpatriati, perché non abbiamo affatto la certezza della loro identità...

Da quello che si legge oggi, la cifra per mettere in atto il programma complessivo sarebbe vicina ai cento miliardi.
Forse è eccessivo. Comunque sono soldi che non ho capito dove pensano di prendere. Il fatto è che non hanno affrontato nemmeno il problema di partenza con l'Europa: che ne facciamo del debito pubblico? Io sono dell'idea che vada rinegoziato in qualche modo. Altrimenti, con 60 miliardi all'anno di interessi, destinati a crescere, non hai più i soldi per fare nulla.

Avevano anche inserito nel contratto la richiesta di tagliare il debito, ma poi è stata tolta.
Peraltro anche il taglio del debito non è detto che sia la via più corretta per uscirne. Sarebbe più utile prospettare l'acquisto di titoli decennali a interessi molto bassi, quindi da sterilizzare. Ma vero che qui le cose sono un po' sparate a caso: il primo a cui viene in testa un'idea la dice. Ma non è così che si governa.