29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Crisi Pd

Pd, Martina: discutere senza prenderci a stracci. Ma il partito è diviso

"Discutere e confrontarci senza per forza prenderci a stracci si può fare", sostiene Maurizio Martina. Avrà ragione?

Il reggente Pd Maurizio Martina
Il reggente Pd Maurizio Martina Foto: ANSA /ETTORE FERRARI ANSA

ROMA - «Dobbiamo interpretare fino in fondo una posizione onesta e limpida, dicendo chiaramente che noi siamo parte di una iniziativa che si svilupperà per le vie parlamentari, senza stare alla finestra», «non staremo sull'Aventino». Lo ha detto il segretario reggente, Maurizio Martina, alla riunione dei gruppi parlamentari Pd. «Seguiamo l'evoluzione dello scenario e continuiamo a confrontarci seguendo la linea che abbiamo costruito. Abbiamo il dovere di richiamare alla responsabilità chi è uscito vincitore dall'esito elettorale. Discutere e confrontarci senza per forza prenderci a stracci si può fare» ha spiegato Martina.

Proposte da altri
«Abbiamo portato la posizione presa in direzione all'attenzione del Quirinale e delle altre forze politiche. Dopo il giudizio severo del voto del 4 di marzo non siamo nelle condizioni di poter avanzare noi una proposta di governo in ragione dell'esito elettorale» ha poi afferomato il reggente. Non sarà dunque il Pd a fare alcuna proposta, ma non è ancora chiaro come si comporterà nei confronti delle avances del Movimento Cinque Stelle, tema sul quale il partito è diviso. "Non possiamo non stare all'opposizione», afferma Matteo Orfini rivolto a Dario Franceschini durante la riunione dei gruppi dem. «Il M5S è distante dal Pd tanto quanto la Lega», ha aggiunto.

Chi vuole il dialogo
Ma c'è chi non la pensa come lui. In primis il leader della minoranza Andrea Orlando, che nelle scorse ore ha aperto a un dialogo con Luigi Di Maio. Il leader della minoranza non è però solo. Dello stesso avviso Francesco Boccia, secondo cui «Il PD ha il dovere politico di far saltare un eventuale accordo M5S-Lega, non semplicemente sperare che questo accada; la politica si fa così. Le derive antieuropeiste che caratterizzano gran parte delle proposte leghiste sarebbero un rischio per l'intero Paese». «E un partito come il PD dovrebbe avere come primo pensiero l'interesse per l'Italia in Europa, non l'interesse di qualche corrente o semplicemente quella di un gruppo dirigente», ha concluso.