24 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Governo

Sulla premiership da Salvini un passo di lato. E apre al reddito di cittadinanza

Il leader della Lega apre sul reddito cittadinanza, pur sottolineando che "si parte dal programma del centrodestra"

Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Foto: ANSA

ROMA - Non ci sono più soltanto le reciproche dimostrazioni di fiducia e affidabilità, «bollinate» persino da Beppe Grillo. In parallelo, Matteo Salvini e Luigi Di Maio continuano a fare piccoli passi di avvicinamento anche sui punti programmatici di un eventuale governo. E così persino il reddito di cittadinanza, che pure al Nord viene considerato sinonimo di parassitismo, è a un pelo dall'essere sdoganato. Dice il leader della Lega: "Se fosse pagare la gente per stare a casa no, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì». Qualcosa che suona come più di un'apertura.

Si parte dal centrodestra
In realtà, il segretario del Carroccio mette le mani avanti e spiega che «prima si parte dal programma e dalla coalizione del centrodestra», che «prima ne parleremo tra alleati e poi con tutti gli altri». Ed è pur vero che l'accordo con il M5s ha consentito l'elezione dei presidenti delle Camere «senza i riti del passato, le lungaggini, le fregature» ma «per il governo è un altro paio di maniche perché ci sono cinque anni di vita degli italiani in mezzo». Ergo: «Parleremo prima con gli alleati e poi con tutti gli altri, a partire dai 5 Stelle, che hanno preso i voti che hanno preso».

Corrispondenza di amorosi sensi
In questa corrispondenza di amorosi sensi, resta il nodo di chi dovrebbe guidare il governo giallo-verde. Salvini esplicita quella disponibilità a fare un passo di lato che finora era filtrata attraverso i retroscena giornalistici. «A me interessa che l'Italia cambi: sono pronto a metterci la faccia ma - spiega - non è che è 'O Salvini o la morte', Salvini è a disposizione, ma se c'è una squadra possiamo ragionare con la squadra». Il fatto è che altrettanta disponibilità non è stata mostrata, almeno finora, da Luigi Di Maio.

C'è poi un altro nodo, quello del ruolo di Forza Italia. Per Silvio Berlusconi lo scenario peggiore è quello in cui viene tagliato fuori da tutto. Un governo Salvini-Di Maio da soli? Per l'ex premier «sarebbe un ircocervo, l'animale mitologico spesso citato dai filosofi antichi come esempio di assurdità, perché in esso convivono caratteri opposti e inconciliabili». «E poi - chiede - perché Salvini dovrebbe fare il socio di minoranza di un governo Cinque Stelle?».