20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Reddito di cittadinanza

De Masi al DiariodelWeb.it: «Perché all'Italia serve un reddito di cittadinanza, ma non quello del M5s»

Il sociologo vicino ai grillini ci spiega la necessità di una misura per aiutare i tre milioni e mezzo di disoccupati: «Ma la mia proposta è diversa da quella del M5s»

ROMAProfessor Domenico De Masi, è stato lei a indirizzare i grillini verso il reddito di cittadinanza?
No, quando li incontrai avevano già scritto la proposta di legge. Poi il mio reddito di cittadinanza è tutta un'altra cosa, non coincide per nulla con il loro.

Ci spieghi.
Intanto da cosa nasce l'esigenza di un reddito di cittadinanza? Quando io entrai nel mondo del lavoro, si poteva essere assunti alla Fiat a vent'anni e avere la sicurezza di restarci fino alla pensione.

Il famoso posto fisso.
Questo era dovuto al fatto che le tecnologie variavano poco. Da quando nacqui a quando avevo cinquant'anni, il telefono è sempre stato un oggetto nero con una rotella; nell'ultimo anno i telefonini sono cambiati almeno dieci volte. Il progresso tecnologico e la globalizzazione fanno sì che un'azienda che oggi va bene, domani potrebbe chiudere. E in quel modo il lavoratore si ritroverebbe disoccupato in attesa di trovare un altro lavoro.

Durante questi periodi di attesa serve una protezione.
A questo sono pensati il reddito di cittadinanza e quello di inclusione.

Questa è una risposta a chi la definisce misura assistenzialistica.
Se per strada lei fa un incidente e arriva un'autoambulanza, quella è una figura assistenzialistica? Lo Stato le dà quello che le spetta come cittadino.

E come funzionerebbe?
Ci sono due tipologie. Una consiste nell'individuare i disoccupati che hanno più bisogno e dare solo a loro l'aiuto. Si crea una graduatoria, sulla base di chi ha un reddito di base, chi ha una casa di proprietà, chi ha figli...

Difficile da fare in Italia, dove c'è anche molto lavoro nero.
Oltretutto questo dev'essere un aiuto urgente, perché un povero ha bisogno questa sera di cenare. Un sussidio di questa tipologia si chiama reddito di inclusione e, in varie forme, esiste già dovunque; mentre in Italia solo da tre mesi.

Questo lo hanno proposto anche Pd e Forza Italia.
Tutti. Ma quali strumenti abbiamo per appurare in pochi giorni chi ha diritto al reddito o meno? E siccome tutti mettono, tra le condizioni, la ricerca attiva di lavoro: come si fa a controllare che tre milioni e mezzo di disoccupati stiano effettivamente cercando un lavoro?

È quasi impossibile.
Lo è perfino in Germania, dove in ogni quartiere c'è un ufficio del lavoro, che funziona da dio. In Italia, chi abita a Roma, mettiamo a Porta Pia, deve portare i documenti in forma cartacea a Tivoli.

Proprio per questo il M5s vuole prima di tutto riformare i centri per l'impiego.
Certo. Ma quanto costa tutto questo in termini di denaro e di organizzazione? Quanto ci vuole per avere una struttura efficiente? Non meno di tre o quattro anni. Allora intanto bisogna dire agli elettori che il reddito di inclusione non arriverà prima di quella data. Perfino in Finlandia, in Norvegia, in Svezia esistono questi problemi e dunque si è creata man mano l'idea che tutto questo sistema fosse sbagliato, perché è lento e molto costoso. Tanto vale, a questo punto, dire che tutti i disoccupati prendono una stessa cifra, a prescindere dalla loro condizione.

Questo è il vero reddito di cittadinanza che propone lei.
Per alcuni è un'ingiustizia, perché alcuni ricchi non se lo meriterebbero. Ma i ricchi è più difficile che rimangano disoccupati, e qualcuno il reddito nemmeno lo chiederebbe. Questo, però, è l'unico modo in cui si riesce a fare tutto rapidamente: basta che l'azienda telefoni ad un ufficio, nel momento in cui licenzia il lavoratore, e lui da quel giorno percepisce il reddito. Almeno in una prima fase, finché non ci saranno i centri per l'impiego, è meglio il reddito di cittadinanza. E probabilmente in eterno. L'equivoco è nato dal fatto che la legge del M5s venne chiamata reddito di cittadinanza, mentre non lo è.

È un reddito di inclusione.
La stessa cosa che ha fatto Gentiloni, solo destinata a più persone. Ma le condizioni sono difficili da rilevare, sia in un caso che nell'altro.