Scandalo Pd: i dirigenti pubblici pagano una tassa al partito. M5s: Sembra un pizzo
Sulla base dell'inchiesta di Libero a firma di Franco Bechis, il M5s accusa il Partito democratico di aver costruito un sistema per "estrarre" denaro dei contribuenti a favore del partito attraverso le nomine dei dirigenti pubblici
ROMA - Il Movimento 5 stelle accusa il Partito democratico di aver costruito un sistema per «estrarre» denaro dei contribuenti a favore del partito attraverso le nomine dei dirigenti pubblici. «Più che un obolo - si legge in un post firmato M5S e pubblicato sul blog Beppegrillo.it - sembra un pizzo. Io ti nomino e tu devi dire grazie». Tutto è iniziato con l'inchiesta a firma di Franco Bechis riportata oggi su Libero, secondo cui il Pd avrebbe costruito in giro per l'Italia un vero e proprio "sistema" con quell'obiettivo: nelle amministrazioni a guida Pd, i manager a nomina pubblica dovrebbero pagare il partito. «Una tassa vera e propria. Una parte del suo stipendio, versato con i soldi pubblici, deve finire nelle casse del Pd. Con percentuali che variano a seconda della città", commenta Grillo.
Ente pubblico? No, del Pd
Bechis riporta esempi concreti: si va dal 6% del Veneto al 30% di Siena, roccaforte piddina. «L'ente pubblico diventa così cosa loro: nominano e ricevono. Una tassa impropria, la definisce il giornalista. Un vero e proprio pizzo, sembra a noi. Altro che risanamento della cosa pubblica, ambizioni sbandierate sui social e in ogni dove. Gli enti amministrati dai loro manager diventano cosa loro», accusano i 5 stelle.
Regolamenti furbetti
«L'articolo non ipotizza: descrive e riporta - sostiene ancora il blog di Grillo - regolamenti federali locali del Pd che mettono la clausola nero su bianco». Per i pentastellati, dunque, è' assolutamente inaccettabile che il patrimonio pubblico e i soldi delle tasse, «delle tantissime tasse che come cittadini versiamo», vengano versati "per mantenere una gestione di aziende, partecipate e amministrazioni degni di un clan. Loro la chiameranno donazione, ma a ben guardare è un finanziamento pubblico al partito. Perchè i soldi della partecipata vengono versati al partito. E non è un finanziamento occulto, perché è tutto lì, scritto e sottoscritto nero su bianco», osservano.
A proposito di scandali
«Ricordiamo - si legge ancora sul blog di Grillo - lo scandalo urlato ai quattro venti per le regole che il Movimento 5 stelle si è dato nei comuni, avendo come unico faro la buona gestione e la buona amministrazione». «E invece - afferma il post del M5S - l'ipocrisia del Pd nascondeva sotto il tappeto queste regolette: e se il nominato decidesse di non versare? Potrà scordarsi altre nomine. Ma c'è un altro punto da sottolineare: il manager nominato dal Pd dovrà garantire una 'condotta sobria e decorosa nella vita pubblica e privata'. Anche privata: dove è fissato il limite? Quando un manager del Pd da amministratore diventa schiavo del partito?».
(segue)
- 22/05/2022 Matteo Renzi alla scuola politica della Lega tra applausi, stoccate e aneddoti
- 19/04/2022 Matteo Renzi: «La maggioranza reggerà fino al 2023. Draghi di nuovo Premier? Lui può ancora fare tutto»
- 05/01/2022 Matteo Renzi: «M5s spassoso su Mattarella. Conte? La sua leadership finirà molto prima del 2023»
- 29/11/2021 Matteo Renzi: «Di Maio per Macron è rovesciamento totale dell'esperienza grillina»