25 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Immigrazione

Immigrazione, Emma Bonino al DiariodelWeb.it spiega perché superare la legge Bossi-Fini

Abbiamo incontrato l'ex ministro degli Esteri a Biella in occasione della presentazione della campagna nazionale «Ero Straniero» che intende portare al superamento della legge Bossi-Fini attraverso una petizione di iniziativa popolare

BIELLA - «Non siamo pronti come Paese, non solo come classe dirigente, ad accogliere e gestire il fenomeno migratorio, che nelle dimensioni e con le caratteristiche attuali è per noi molto recente. Tuttavia si tratta di un fenomeno epocale che ci accompagnerà ancora a lungo». E' un po' questa la sintesi del pensiero di Emma Bonino, che sta girando l'Italia per una petizione d'iniziativa popolare che porti al superamento della legge Bossi/Fini, sostenuta da Arci e Radicali, tra gli altri: il progetto di legge di iniziativa popolare «Ero Straniero» intende cambiare le politiche sull’immigrazione puntando su inclusione sociale, lavoro, diritto di voto e abolizione del reato di clandestinità.

LEGGE DATATA - Abbiamo incontrato l'ex ministro degli Esteri e da sempre combattente radicale nei giorni scorsi a Biella. «La Bossi/Fini non solo è una legge sbagliata, ma è anche datata. Parliamo di una legge dei primi anni del secolo, cioè di una vita fa... Una legge precedente le primavere arabe e gli spostamenti massici di questi ultimi tempi. Una legge che, oltre a ricattare i migranti che lavorano, li spinge a diventare irregolari di fronte ai possibili ricatti in caso di perdita del posto di lavoro». Quando le chiediamo dello ius soli, ci risponde così: «Lo Ius soli nulla ha a che vedere con l'immigrazione, così come il fenomeni criminali che vengono associati sempre e solo agli stranieri. Le statistiche della Polizia parlano chiaro. E poi spesso gli immigrati fanno solo da bassa manovalanza di gruppi criminali ai cui vertici ci sono italiani. L'Italia è un Paese di emigrazione. E i recenti flussi hanno colto tutti di sorpresa, ma sbagliamo certi media ad inseguire la cattiva politica».