2 maggio 2024
Aggiornato 03:00
Centrodestra

Di Maio e la Lega Nord «nemici-amici» dialogano sullo stesso palco

Il Movimento 5 stelle e la Lega Nord sono intervenuti sullo stesso palco durante la kermesse che si è svolta a Garda, e uno dei vice di Matteo Salvini ha strizzato l'occhio a Luigi Di Maio

Prove di dialogo tra il Movimento 5 stelle e la Lega Nord a Garda.
Prove di dialogo tra il Movimento 5 stelle e la Lega Nord a Garda. Foto: ANSA

VERONA – Mai prima d'ora era capitato di vedere il Movimento 5 stelle e la Lega Nord intervenire dallo stesso palco. Il premier in pectore del M5S, Luigi Di Maio, e i due vice di Matteo Salvini hanno partecipato insieme allo stesso evento che si è svolto nel comune di Garda, in provincia di Verona. Un ciclo d'incontri che prevedeva anche un dibattito dal titolo: «Lega e Movimento 5 Stelle: forza popolare o deriva populista?». Dopo la smentita, da parte di entrambi i presunti protagonisti, di un incontro che avrebbe avuto luogo alcune settimane fa tra Davide Casaleggio e Matteo Salvini, forse durante la kermesse «Garda d'autore» si sono svolte le prove tecniche di una possibile alleanza futura. Anche se, per il momento, a fare i ritrosi sono soprattutto gli esponenti pentastellati del Movimento 5 stelle. Mentre la Lega Nord sembra già pronta a dialogare con Grillo su immigrazione e Ue.

M5S e Lega Nord sullo stesso palco
L'incontro, stavolta, c'è stato. Sullo stesso palco si sono incrociati Luigi Di Maio, vicepresidente grillino della Camera, e i due vice leghisti di Matteo Salvini: Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana. Nessun faccia a faccia. Ma il pubblico era lo stesso. Come si assomiglia, forse, una parte dell'elettorato dei due schieramenti politici. Se sul fronte immigrazione, infatti, la Lega Nord ha sempre avuto le idee chiare restando fedele a una coerenza di fondo mai messa in discussione, da qualche tempo anche i grillini si sono avvicinati alle convinzioni leghiste. E una buona intesa potrebbe essere raggiunta in poco tempo anche per quanto riguarda i rapporti con l'Unione europea. Entrambi i partiti, inoltre, sono «anti-sistema» e pronti a scendere in campo per cambiare radicalmente lo status quo.

Il vice di Salvini tende la mano a Di Maio
Un'alleanza tra loro non sembra perciò improbabile. Anche se grillini e leghisti, per ora, si limitano ad annusarsi a distanza intervenendo dallo stesso palco, ma in momenti diversi per salvare le apparenze. A fare i preziosi sono soprattutto i pentastellati, allergici al dialogo con gli altri partiti. Mentre il vice di Salvini, Giorgetti, non ha problemi ad ammettere piuttosto schiettamente che «molto dell’elettorato grillino è omogeneo a quello leghista». Lo testimoniano i sondaggi e anche i flussi elettorali. «Ai ballottaggi, gli elettori grillini che un tempo votavano centrosinistra sono rimasti a casa. Quelli che provengono dal centrodestra hanno votato per noi. Non solo: su certi temi, per esempio lo ius soli, i grillini stanno venendo sulle nostre posizioni», ha aggiunto sottolineando poco dopo che la minaccia «populista» è un’invenzione di Renzi e Berlusconi che serve a tenere a bada sia il M5S che la Lega Nord. Alla luce di queste parole l'accordo tra i due partiti anti-sistema sembra quasi scontato, ma Giorgetti si affretta a precisare: «Noi siamo disponibili ad accordi trasparenti, responsabili ed efficaci. I grillini, per ora, no».