27 agosto 2025
Aggiornato 19:30
Dalla legge elettorale alle elezioni

Dopo il flop del Fianum, ecco perché i partiti «nazionalizzano» le Amministrative

ll dibattito politico continua a essere monopolizzato dallo snodo della legge elettorale, ma intanto 10 milioni di italiani sono chiamati a esprimersi con le elezioni amministrative.

Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo aspettano i risultati delle amministrative.
Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo aspettano i risultati delle amministrative. Foto: ANSA

ROMA - Se il dibattito politico in queste ore continua a essere monopolizzato dallo snodo della legge elettorale e dallo shock dello stop al «Fianum» in particolare, risulta tutt'altro che un dettaglio ciò che emergerà domenica 11. Se il dato di dieci milioni gli italiani chiamati ad esprimersi sulla guida delle proprie città è un fatto di per sé politicamente rilevante, la rottura dell'alleanza dei quattro partiti consumata alla Camera con il voto sull'emendamento Biancofiore ha convinto Matteo Renzi a verificare già domenica la possibilità per il Pd di tentare lo strappo con il decreto legge per andare subito e comunque al voto.

Ultima «curva» prima delle Politiche
La tornata delle Amministrative, ultimo appuntamento elettorale prima delle Politiche - anticipate o meno appunto -, rappresenta un check importante non solo per il Pd ma per tutti partiti (e per il governo stesso) in vista dell'appuntamento più atteso dal lontano 2013. Sotto osservazione vi saranno, infatti, la tenuta dei democrat dopo la sconfitta del 4 dicembre, l'avanzata del centrodestra (che qui si presenta quasi ovunque unito, a differenza del percorso che ha portato al «Tedescum») e la capacità di nuove vittorie «shock» per il Movimento 5 Stelle.

Venticinque grandi sfide
A rinnovare i propri municipi saranno 1014 città, tra cui ventuno capoluoghi di provincia (Alessandria, Asti, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Verona, Taranto e Trapani) e quattro capoluoghi di regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L'Aquila. Proprio da queste venticinque sfide giungeranno le indicazioni di quadro politicamente più interessanti.

A Genova rischia Grillo
Tra i risultati più attesi vi è quello del capoluogo ligure e città natale di Beppe Grillo. A Genova si testerà rispettivamente il «modello Liguria» del centrodestra con Marco Bucci e che risultato porterà il candidato pentastellato Luca Pirondini dopo il caos delle «comunarie» a 5 Stelle. Per il centrosinistra, invece, a cercare la conferma sarà l'assessore uscente Gianni Crivello. A Palermo, invece, si ripresenta un centrodestra diviso «modello Roma»: a sfidare Leoluca Orlando correranno sia Fabrizio Ferrandelli, ex Pd sostenuto da Forza Italia che Ismaele La Vardera su cui sono convenuti Fratelli d'Italia e Noi con Salvini. Delicata la sfida de L'Aquila. Nel capoluogo abbruzzese devastato dal terremoto si vota per il sostituto di Massimo Cialente, il sindaco che ha gestito le fasi drammatiche dell'emergenza. Le speranze del centrodestra di sconfiggere il Pd Americo Di Benedetto qui sono affidate a Pierluigi Biondi, esponente sociale di Fratelli d'Italia.

Salvini scommette a Padova
Tra le città del Nord, cruciale è ciò che avverrà a Padova e a Verona. Nel primo comune si ripresenta Massimo Bitonci, primo cittadino uscente leghista, decaduto a causa di una fronda scatenata da due ex Forza Italia. Nella città di Romeo e Giulietta, invece, il test sarà sull'ex sindaco Flavio Tosi che – dopo dieci anni alla guida - qui presenta la compagna di vita, la senatrice Patrizia Bisinella. Interessante anche ciò che avverrà a Parma, la prima città conquistata da un candidato 5 Stelle. È proprio lui, Federico Pizzarotti, il grillino «sospeso» dai 5 Stelle (da cui poi è fuoriscito), l'uomo da battere. Gli sfidanti con cui si contenderà il ballottaggio sono Paolo Scarpa (centrosinistra), Laura Cavandoli (centrodestra). Distaccato, invece, il grillino «ufficiale» Ghirarduzzi: e già questa è una notizia.

Lo scenario
È chiaro che tutti i partiti saranno costretti a trarre ulteriori chiavi di lettura da questa tornata. Una buona affermazione del Pd (a partire dai capoluoghi di Regione) verrebbe interpretata da Renzi come un'investitura a forzare sul Consultellum. Viceversa la vittoria ai punti del centrodestra (Genova su tutti) aiuterebbe Silvio Berlusconi nella sua moral suasion nei confronti dell'ex rottamatore giocata sul «torniamo in Commissione e continuiamo a lavorare sul modello tedesco». Chi rischia di più dalle Amministrative è il M5S: indebolito a Genova e a Parma, dovrà giocare tutto continuando a denunciare la rottura «cercata» da Renzi sulla legge elettorale. Anche perché il Consultellum ha le preferenze e, proprio come avviene nelle elezioni amministrative, questo continua ad essere un punto dolente per i pentastellati.