6 novembre 2024
Aggiornato 00:30
Il premier invoca unità politica, appello raccolto da Grillo

Terremoto, Renzi: «La ricostruzione sarà a regola d'arte. Senza ladri»

Il premier Matteo Renzi ha promesso che la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto avverrà a regola d'arte, senza sprechi e ladri. E ha invitato la politica all'unità

Il premier Matteo Renzi.
Il premier Matteo Renzi. Foto: Shutterstock

ROMA - Si riunisce oggi il Consiglio dei ministri straordinario per fare una prima valutazione dei danni del sisma, dopo le nuove scosse che ieri hanno colpito tutta l'Italia e in particolare il Centro del Paese. Il premier Matteo Renzi ha invocato l'unità delle forze politiche per affrontare il momento di difficoltà superando «polemiche e divisioni».

Lo Stato c'è
Inoltre il presidente del Consiglio ha assicurato, insieme al Capo dello Stato Sergio Mattarella, che lo «Stato c'è» e si provvederà alla ricostruzione e alla ripresa delle terre colpite dal terremoto. «Ciò che servirà lo metteremo» e «non faremo nessun passo indietro su questo» ha garantito Renzi.

Appello all'unità raccolto da Grillo
L'appello all'unità lanciato da Renzi è stato raccolto da tutte le forze politiche, a partire dal Movimento cinque stelle che con Beppe Grillo ha confermato di essere «disponibile a collaborare». «Valuteremo le modifiche al decreto terremoto - ha spiegato il commissario straordinario per la ricostruzione post sisma Vasco Errani -. Renzi ha già detto che il governo risponderà appieno. Insieme al premier e al Cdm valuteremo il percorso da fare e le modifiche indispensabili da fare al decreto già in corso di conversione al Senato».

Ricostruzione a regola d'arte
E la ricostruzione, garantisce Renzi, sarà «a regola d'arte»«Con il controllo dell'opinione pubblica e di tutti i cittadini - aggiunge -. Non va sprecato nemmeno un centesimo e dobbiamo dimostrare chi siamo: persone che - a differenza di alcune vicende del passato - sanno fare opere pubbliche senza sprechi e senza ladri»«Ricostruiremo. Ricostruiremo tutto, ricostruiremo tutti insieme. Ci sono dei momenti in cui le divisioni politiche contano zero e si lavora tutti nella stessa direzione», afferma il premier Matteo Renzi a proposito dell'impegno del governo e delle forze politiche per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.

No alla rassegnazione
Un terremoto che ha portato «dolore profondo, stress, stanchezza", ma tutto questo «non deve trasformarsi in rassegnazione» perché l'Italia «ha sì molti limiti ma è in situazioni come questa che sa dare il meglio", ha sottolineato il premier, aggiungendo che «viviamo questa fase di stress con la consapevolezza di un grande Paese. Il volto dell'Italia deve essere unito e compatto, senza polemiche assurde».

Bisogno di solidarietà
«Il popolo di quella terra - ha continuato Renzi - sta vivendo da settimane in condizioni di precarietà fisica. Tutti gli italiani sanno che impressione il terremoto ha fatto a ciascuno di loro. Bene, questi italiani devono pensare al dolore di chi da due mesi a questa parte vive in condizioni di paura. C'è quindi bisogno - è stato l'invito del premier - di affetto, di solidarietà, di vicinanza, di compassione nel senso di soffrire insieme». Quindi, «un grazie ai soccorritori» che hanno dimostrato, ha sottolineato Renzi, come «la risposta dello Stato sia stata immediata, puntuale. Una risposta che non restituisce certo il sorriso a chi ha perso tutto ma che deve essere significativa».

Basta polemiche
Per il premier, dunque, «bisogna smettere con polemiche assurde e riconoscere le priorità. Una cosa sono le divisioni politiche altro à fare polemiche sul terremoto. Si vada avanti tutti insieme» perché «c'è in ballo l'Italia».  «Dobbiamo tutti insieme andare avanti», ha detto Renzi e «mi auguro che tutti si rendano conto di questo. Va bene litigare ma ora è il momento di essere uniti e fare del nostro meglio per fare sì che le popolazioni colpite sentano l'abbraccio dell'Italia». Su questi temi, ha aggiunto, si deve compiere un lavoro condiviso e congiunto «perché c'è in ballo l'Italia, non le singole storie politiche dei partiti».

Grazie a chi è in prima linea
Renzi ha inoltre sottolineato la prontezza con cui si è reagito alla scossa, e a chi è in prima linea da settimane si è rivolto il suo ringraziamento: "La reazione organizzativa è stata notevole, anche stavolta. Protezione civile, vigili del fuoco, amministratori locali, forze dell'ordine e forze armate, volontari: ancora una volta l'Italia si è mostrata capace di rispondere subito. A tutti coloro che ormai da settimane sono in prima linea sul fronte dell'emergenza l'abbraccio grato mio e soprattutto di tutti gli italiani»

Casa Italia
Renzi ricorda come il Piano Casa Italia sia «un piano strategico per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Non solo l'emergenza, non solo la ricostruzione: ma - finalmente - la prevenzione». Il lavoro è già partito ma richiederà anni, «un paio di generazioni», come «ci ha spiegato Renzo Piano illustrandone i concetti».

L'identità italiana
Il premier ricorda inoltre i tanti precedenti a questo sisma, a cui l'Italia ha sempre reagito con forza. «L'anima dell'Italia è inquieta. Il terremoto più forte dai tempi dell'Irpinia, dal 1980, ha devastato il cuore della nostra Penisola. Non ci sono morti, stavolta. E questa notizia ci dà enorme sollievo». Tuttavia, sottolinea Renzi, «i danni al patrimonio abitativo, economico, culturale e religioso sono impressionanti. Questi borghi sono l'identità italiana: dovremo ricostruirli tutti, presto e bene. Lo faremo perché noi - tutti noi - siamo l'Italia»

Serenità
La priorità ora è però «restituire un briciolo di tranquillità alle popolazioni. E farlo è un'impresa difficilissima» ammette Renzi. Del resto, sottolinea, «chiunque abbia anche solo sentito la scossa di domenica mattina a distanza di centinaia di chilometri dall'epicentro potrà comprendere il dolore di chi vive in quelle zone. Chi ha vissuto un grande spavento da lontano, può solo immaginare il terrore che ha attraversato persone che da due mesi con le scosse ci convivono quotidianamente» conclude.