Salvini: Le alleanze di Parisi? Una marmellata che non funziona
La Lega Nord non ci sta all'alleanza allargata di Stefano Parisi, che vorrebbe nella compagine del centrodestra anche nomi come Angelino Alfano, Corrado Passera e Denis Verdini: chi pensa che la Lega sia dentro «ha sbagliato indirizzo»
ROMA – L'aveva già accennato nei giorni scorsi e oggi lo ribadisce con decisione: Matteo Salvini boccia Stefano Parisi a leader del centrodestra. Più esattamente, parlando a Radio Padania, il segretario della Lega Nord ribadisce il «no» secco alle alleanze di Parisi. L'ex candidato a sindaco di Milano annuncia la sua discesa in campo invitando i «big» del centrodestra ad una convention per i primi di settembre in cui ci si propone di snocciolare le idee per rilanciare la compagine politica claudicante.
Niente «marmellate» nel centrodestra
Salvini e la Lega Nord hanno sostenuto la candidatura su Milano del manager Stefano Parisi, ma «un sindaco deve far funzionare le metropolitane, le strade, sistemare le case popolari». Rilanciare il centro destra, dunque, per Salvini, non è cosa da poco, e, soprattutto, non è cosa di cui può occuparsi un non-politico come Parisi. A maggior ragione se l'idea di Parisi resta quella di riproporre un'alleanza allargata come era stata quella lanciata per le amministrative milanesi: «Altra cosa è riproporre un'alleanza, una marmellata, un fritto misto che a livello nazionale a dimostrato di non poter funzionare».
Alfano, Verdini, Passera? No, grazie
Dunque il leader della Lega stronca l'uomo del momento di Silvio Berlusconi. Il leader azzurro ha infatti scelto Parisi per promuovere un progetto di rilancio di Forza Italia, col fine di riportare in vita l'alleanza con i moderati che negli ultimi tempi è andata scemando. Ma a Salvini la cosa non piace affatto: l'idea di un'alleanza che veda coinvolti i vari Angelino Alfano, Denis Verdini, Fabrizio Cicchitto, Flavio Tosi e Corrado Passera proprio non sconfinfera il Carroccio, che stoppa l'iniziativa e avverte: chi pensa di coinvolgere Salvini o la Lega in un'alleanza del genere «ha sbagliato indirizzo». E il distinguo della prossima alleanza per Salvini passa soprattutto per la politica estera: «Chi vuole Angela Merkel, difende a spada tratta l'euro o tifa Hillary Clinton, non può stare con la Lega. Se Parisi è un riorganizzatore di Forza Italia va bene, ma se qualcuno pensa di farlo digerire alla Lega alleanze indigeste, io non ci sto».
Alla convention di FI per curiosità
La curiosità per il progetto di Parisi, però, resta e il leader del Carroccio confessa che a settembre andrà alla convention organizzata proprio dall'ex manager per il 16 e 17 settembre. Lo diceva lo scorso 21 luglio in modo chiaro, sottolineando la necessità di capire la posizione di Parisi rispetto ai nodi delicati della politica estera, dell'euro e dell'immigrazione: «Andrò all'appuntamento perché sono curioso per natura, ma a Parisi chiederò quale Europa, quale fisco, quale giustizia, quale approccio verso l'immigrazione ha in mente il suo centrodestra». Certo è che quando Silvio Berlusconi parla di polo «moderato» per rilanciare il centrodestra non può aspettarsi un Salvini che storce il naso e prende le distanze.
Uomini liberi e servi: Parisi scelga da che parte stare
Di una convinto il leader della Lega: il discrimine non è tra liberali e lepenisti, moderati e estremisti, ma «tra uomini liberi e servi. E i servi, in questo momento, ci sono sia a destra che a sinistra». Se Parisi si farà promotore e continuatore in Italia dell'asse Merkel-Bce-euro, «con noi non avrà nulla a che fare». Non si dice moderato, Salvini, ma nemmeno «inginocchiato o rassegnato. E preferisco fare una battaglia al fianco di chi vuole recuperare sovranità, identità e libertà». E, a giudicare dai nomi che aleggiano attorno alla nuova compagine pensata da Parisi, non pare proprio che ci sia spazio per le idee di Salvini.