Renzi: «Di Maio mio successore? Non credo toccherà a lui, né all'M5S»
Luigi Di Maio sarà il successore di Renzi a palazzo Chigi? Il premier non ha dubbi: non solo non sarà Di Maio, ma neppure qualcun altro del Movimento Cinque Stelle
ROMA - Luigi Di Maio sarà il successore di Renzi a palazzo Chigi? Il premier non ha dubbi. «La risposta è no, tecnicamente. Arriverà un successore, mi auguro in un arco di tempo non immediato». Ma «non credo che sarà il MoVimento Cinque Stelle, non credo sarà Di Maio», ha affermato il presidente del Consiglio su Corriere.it.
Il caso britannico e la stoccata ai Cinque Stelle
Renzi ha citato il caso britannico, dopo le dimissioni annunciate da David Cameron: «Theresa May verrà scelta dai Conservatori e diventerà primo ministro. Funziona così, e lo dico a tutti quelli che dicono che Renzi è stato scelto con le primarie... Si chiama democrazia, non c'è un blog o un algoritmo».
Investimenti sulle periferie
Il premier, a Rtl 102.5, ha anche difeso strenuamente il proprio operato, sottolineando come il governo abbia stanziato quasi 700 milioni per le periferie con l'ultima finanziaria: "questo serve», non le «comparsate». Renzi ha però precisato che il suo non è un riferimento alla visita di Virginia Raggi a Tor Bella Monaca («Ha fatto bene, da sindaco queste cose si fanno»).
Non comparsate
Il capo dell'esecutivo si è difeso dagli attacchi, spiegando: «Io non vado a fare le comparsate. Ci sono i soldi, io do una mano, non mi interessa minimamente capire di che partito sei». Renzi ha puntualizzato che nella finanziaria dello scorso annoè stato stanziato un totale di 682 milioni, oggi a disposizioni dei comuni per la riqualificazione delle periferie. «Questo serve, non che io vado a fare le giratine in periferia, magari con venti telecamere, per far vedere che io mi occupo di periferia. Per occuparsi di periferie bisogna fare progetti credibili».
Cultura e innovazione
Il premier ha avuto modo anche di parlare di un tema che gli sta molto a cuore, quello della cultura, dichiarando che l'italia non sarà mai una superpotenza militare, ma educativa e culturale. Intervistato da Beppe Severgnini su Corriere.it, ha aggiunto che «Il G7 a Taormina sarà bello», perchè darà la possibilità di «lavorare sulla cultura». Per non parlare, poi, dell'innovazione e della ricerca. «Una volta finita questa storia delle riforme sarà più semplice immaginare il futuro che ci aspetta. Io credo che il futuro dell'Italia sarà l'innovazione e la ricerca», ha osservato.
(Fonte Askanews)
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