Renzi pronto a «innovare» il Pd: Noi dobbiamo essere il cambiamento
Il partito venerdì in Direzione dovrà vedere una «discussione vera, ampia e articolata», che eviti «letture banali» del voto comunale. Matteo Renzi annuncia una nuova segreteria e tutte le fiches sul referendum riforme
ROMA - Vecchi valori e innovazione, per tornare a rappresentare il «cambiamento». Matteo Renzi interpreta così «l'elemento nazionale» emerso dal voto amministrativo, e individua in un Pd rinnovato la strada per reagire alla «vittoria netta» dei Cinque Stelle. Prendendo spunto dallo stile di Massimo Bottura, eletto il miglior chef del mondo e per questo ricevuto a palazzo Chigi: ovvero la «lasagna della nonna» però rivisitata. Perché se la vittoria dei grillini «non è un voto di protesta ma un voto di cambiamento», allora la strada da seguire è quella di tornare ad essere il rottamatore. Partendo dal partito, che venerdì in Direzione dovrà vedere una «discussione vera, ampia e articolata», che eviti «letture banali» del voto comunale.
Governo pronto a lavorare con sindaci
Ovvero quella fornita dalla minoranza Dem: «Altro che tornare alla 'Ditta', bisogna continuare ad innovare», spiegano dal Nazareno. Ma magari riponendo il lanciafiamme con cui voleva rigenerare il Pd: «Dobbiamo coniugare insieme alcuni valori fondamentali - riconosce il premier - con la capacità di aprirsi al nuovo senza scadere nel nuovismo». E magari arrivando al referendum con un stile meno divisivo: «Lavoreremo con tutti i nuovi sindaci, a partire da Raggi, con spirito di lealtà istituzionale», assicura il premier.
Verso un rinnovamento del Pd
Perché «prima delle divisioni di parte vengono gli italiani, e ora bisogna lavorare nell'interesse dei cittadini». Ma lanciafiamme o meno, Renzi sa che il Pd va rinnovato. A partire da una segreteria «che va fatta funzionare», spiegano dal Nazareno, e che segni una discontinuità anche dal punto di vista generazionale. A maggior ragione dopo il voto delle Comunali, è ora il referendum il punto di snodo della legislatura. Anche per questo serve un Pd che «faccia il Pd», che sia in grado - come ha più volte ripetuto il premier - di far passare il messaggio che la scelta ad ottobre dovrà essere sul merito delle riforme e di comunicare che appunto «il cambiamento» passa dal Pd.
(con fonte Askanews)
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