Mafia Capitale, Tronca firma: Il Campidoglio si costituisce parte civile
«La costituzione tende ad ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali causati a Roma Capitale, ed alla cittadinanza di riferimento, in relazione alle condotte contestate e per cui viene operata la presente costituzione». Così gli avvocati di Roma Capitale nell'istanza con cui si chiede la costituzione come parte civile del Comune al processo per Mafia Capitale
ROMA - Il prefetto Francesco Paolo Tronca «commissario e legale rappresentante pro tempore di Roma Capitale» ha firmato l'atto di costituzione parte civile nel processo 'Mafia Capitale'. E' la prima delibera di tipo giudiziario dal giorno del suo insediamento. Il documento, redatto dagli avvocati Enrico Maggiore e Rodolfo Murra, sarà depositato domani all'attenzione dei giudici della X sezione penale. Nell'atto di 53 pagine si sottolinea come la vicenda «per la sua risonanza e diffusione ha lasciato la cittadinanza attonita, confusa ed intimidita».
La trasformazione della criminalità capitolina
«Il fotogramma di Mafia Capitale rivela un gruppo illecito evoluto, che si avvale della forza d'intimidazione derivante - anche - dal passato criminale di alcuni dei suoi più significativi esponenti: la pellicola di Mafia Capitale, evidenzia un gruppo criminale che costituisce il punto d'arrivo di organizzazioni che hanno preso le mosse dall'eversione nera, anche nei suoi collegamenti con apparati istituzionali, che si sono evolute, in alcune loro componenti, nel fenomeno criminale della Banda della Magliana, definitivamente trasformate in Mafia Capitale». Si spiega così nell'atto di costituzione parte civile del Campidoglio nel processo a Massimo Carminati e soci che comincerà domani nell'aula Occorsio del tribunale di piazzale Clodio.
La capacità di adattarsi
«Mafia Capitale - si aggiunge - in questo differenziandosi e in parte affrancandosi dalle precedenti espressioni organizzate capitoline come la Banda della Magliana, ha avuto la capacità di adattarsi alla particolarità delle condizioni storiche, politiche e istituzionali della città di Roma, creando una struttura organizzativa di tipo reticolare o a raggiera, che però mantiene inalterata la capacità di intimidazione derivante dal vincolo associativo nei confronti di tutti coloro che vengano a contatto con l'associazione».
«Gravi delitti di criminalità comune»
Le «più frequenti finalità perseguite e non di rado realizzate» da 'Mafia Capitale' sono la «commissione di gravi delitti di criminalità comune, prevalentemente a base violenta, ma soprattutto l'infiltrazione nel tessuto economico, politico ed istituzionale, l'ottenimento illecito dell'assegnazione di lavori pubblici». I legali del Campidoglio rappresentano ai giudici della X sezione che hanno a che fare con una «organizzazione criminale che siede a pieno titolo al tavolo di altre e più note consorterie criminali, condizionandone l'attività sul territorio romano, che ha piena consapevolezza di sé e del suo ruolo nella gestione degli affari illeciti della Capitale».
Banda della Magliana e legami con le istituzioni
Insomma, se sul «piano oggettivo Mafia Capitale risulta aver mutuato dalla Banda della Magliana alcune delle sue principali caratteristiche organizzative, quali il legame con appartenenti ai movimenti eversivi della destra romana, legame che, come si vedrà più avanti, sembra essersi evoluto in parallelo all'evoluzione di alcuni dei principali esponenti di quel movimento, divenuti nel frattempo rappresentanti politici o manager di enti pubblici economici; il rapporto paritetico con i rappresentanti sul territorio romano delle organizzazioni mafiose tradizionali; la protezione derivante da legami occulti con apparati istituzionali; il perdurante legame con la malavita di strada, vale a dire con soggetti dediti a rapine, traffico di stupefacenti, usura».
Mafia Capitale unisce mondi distanti
'Mafia Capitale' «ha in qualche modo sviluppato e messo a sistema quelle che erano le caratteristiche e il ruolo del suo capo all'interno del sistema criminale romano degli anni '80, cioè quello di trait-union tra mondi apparentemente inconciliabili, quello del crimine, quello della alta finanza, quello della politica». Gli avvocati del Comune di Roma spiegano che «agli imputati si ascrive, dunque, una condotta di compartecipazione, connivenza e contiguità all'organizzazione criminale che costituisce l'humus entro cui ha prolificato questo sodalizio malavitoso, sino ad assumere i tratti della metastasi. Una condotta criminale che, per le sue peculiari caratteristiche, motivazioni e finalità, finisce col ledere in pieno gli interessi esponenziali di cui è portatrice Roma Capitale».
(con fonte Askanews)
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