29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Il sindaco resta?

Marino ai sostenitori al Campidoglio: «Ripensarci? Non vi deluderò»

In piazza Campidoglio arrivano i sostenitori del sindaco uscente: «Daje più forte» è la manifestazione organizzata da chi chiede a Ignazio Marino di resistere e di restare per il bene di Roma, revocando quindi le dimissioni. Il Pd è il grande assente in piazza

ROMA - «Voi mi chiedete di ripensarci. Io ci penso e non vi deluderò. Noi siamo realisti, vogliamo l'impossibile». La pagina Facebook del sindaco di Roma Ignazio Marino si apre con la frase chiave del suo intervento alla manifestazione convocata in suo sostegno ieri mattina in Campidoglio. Il primo cittadino dimissionario cita Che Guevara, commuove e si commuove, ma il grande assente in quella platea, più ridotta nei numeri e nell'articolazione politica rispetto alle due precedenti autoconvocazioni a suo sostegno, è il Pd. Quel partito di cui Marino ricorda d'essere «fondatore», ma che si tiene a distanza in questo che molti leggono come l'ultimo giorno di una ostinata resistenza che non lo porterà, ad ogni modo, a ritirare le dimissioni.

Pd grande assente
In piazza del Campidoglio sono poche le bandiere Pd, molti gli elettori, ma degli eletti si fa vedere solo il parlamentare ed ex segretario cittadino Marco Miccoli. Critica la linea dura del partito contro il sindaco della capitale, ricorda che c'era chi non lo voleva sin dalla sua candidatura, giudica insufficiente la gestione commissariale nella risoluzione di una vicenda così intricata e politica, che sta allontanando molta della base elettorale dal partito. Miccoli, come hanno anche suggerito l'assessore uscente al commercio Marta Leonori e l'assessore Maurizio Pucci nei giorni scorsi, è tra chi auspica un chiarimento diretto tra Marino e il Pd, ma non necessariamente in una seduta di Consiglio.

La Giunta marziana al capolinea
Se Forza Italia ha raccolto le firme necessarie per una convocazione, la presidente d'aula Valeria Baglio non ha ancora fissato la conferenza dei capigruppo, e c'è chi è pronto a scommettere che non ci si arriverà. Parte dell'opposizione, infatti, dal M5S alla Lista Marchini, non ha voglia di offrire una sponda, anche involontaria, alla battaglia di Marino per resistere contro tutti che allontanerebbe la data delle elezioni. I consiglieri capitolini del Pd, dal canto loro, non mostrano nessuna voglia di essere trascinati in Aula Giulio Cesare in una bagarre che potrebbe solo danneggiare il loro futuro politico, considerando che la linea del Nazareno e di Palazzo Chigi era e rimane la stessa da giorni: l'esperienza della Giunta marziana è al capolinea, largo al commissario e a una squadra che faccia sognare Roma nonostante al Giubileo si stia arrivando col fiato corto e con i cantieri aperti. Di questa linea si fa megafono il renziano Stefano Esposito - «nulla è cambiato», ha sentenziato - e dal resto del partito non arrivano note, né manifestazioni di sostegno, come forse Marino sperava. E nonostante l'emozione, la testardaggine, e la voglia assoluta di non mollare, forse stasera Marino ha qualche argomento in più per lasciare la città al suo destino commissariato.




(con fonte Askanews)