Riforma costituzionale, cosa prevede e come cambia il Senato con il ddl Boschi
Superamento del bicameralismo perfetto, elezione indiretta dei senatori, modifiche nell'elezione del Presidente della Repubblica e nei referendum
ROMA - Superamento del bicameralismo perfetto, elezione indiretta dei senatori, modifiche nell'elezione del Presidente della Repubblica e nei referendum. Sono i punti essenziali su cui si fonda il ddl di riforma costituzionale presentato dal governo Renzi che porta il nome del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. I cambiamenti più importanti riguardano il Senato. I senatori da 315 diventeranno 100: 95 saranno eletti dai Consigli regionali, 74 scelti fra i consiglieri stessi, 21 fra i sindaci dei Comuni, uno per regione, 5 verranno nominati dal Presidente della Repubblica. Non ci sarà più dunque un'elezione diretta da parte dei cittadini, ed è questo il passaggio contestato dell'articolo 2.
Per il Senato competenze ridotte
Nessuna indennità ulteriore per i componenti del Senato che avrà competenze ridotte rispetto ad ora: avrà potere consultivo, di collegamento con gli enti locali, eleggerà il presidente della Repubblica. Ma sarà solo la Camera a votare la fiducia al governo. Cambia anche l'elezione del presidente della Repubblica: non ci saranno più i 58 delegati regionali mentre il quorum viene alzato. Viene introdotto il referendum propositivo e se verranno raccolte 800mila firme invece delle 500mila sufficienti adesso non servirà il quorum del 50%. Per portare una legge di iniziativa popolare in Parlamento invece serviranno 150mila firme e non poù 50mila.
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