27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Sei anni di relazioni con le amministrazioni

Buzzi, Mafia Capitale e gli assessori «famelici»

Salvatore Buzzi, in conque interrogatori, racconta ai Pm il sistema di Mafia Capitale, i nomi coinvolti e come avveniva la spartizione degli apparti pubblici, i rapporti col Pd e le gare per gli ospedali del Lazio

ROMA (askanews) - Interrogatori fiume per raccontare gli anni passati all'ombra delle istituzioni locali, ma anche per spiegare che lui non può dirsi mafioso. Salvatore Buzzi, il cosiddetto 'ras delle cooperative' dell'inchiesta 'Mafia Capitale' ha reso 5 interrogatori ai magistrati della Procura di Roma nelle ultime settimane. Assistito dal suo difensore, l'avvocato Alessandro Diddi, ha parlato e parlato. Alcune delle molte pagine depositate dagli inquirenti nell'ambito del filone del processo che prenderà avvio a Novembre sono state anticipate dal telegiornale di La7. Rispetto al Comune, Buzzi ha detto che «assessori e funzionari sono a suo dire 'famelici'». L'ormai ex «vicesindaco Nieri fece assumere 4 persone». La metafora della mucca che se non mangia non si munge è in relazione al Pd ed al capogruppo in Aula Giulio Cesare.

Le gare per gli ospedali del Lazio
Buzzi ha chiarito ai pm Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini di aver dato soldi. A D'Ausilio «22mila euro», e l'ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti è stato esplicito - sempre secondo il racconto di Buzzi - «il cda Ama è roba nostra, ci devi pagare». Le accuse dell'ex dominus del terzo settore, in carcere da Dicembre, sono state dirette oltre che a persone già tirate in ballo nell'inchiesta, anche per imprenditori ritenuti vicini al centrosinistra. Svelato, in questa ottica, anche l'appalto nella gara per il calore, l'energia negli ospedali del Lazio, oggetto di una spartizione millimetrica. «6 lotti alla maggioranza, 1 all'opposizione, col capogruppo pdl in consiglio regionale Gramazio che coordina».

I rapporti col Pd
«Non ci crederà, dottore - racconta Buzzi - noi il pd non l'avevamo mai pagato in quella maniera. Abbiamo sempre contribuito alle campagne elettorali con piacere». Manutenzione del verde, raccolta rifiuti e foglie, gestione immigrati, assistenza ad anziani e minori, pulizia delle strade dopo gli incidenti: «Per ogni appalto preso si restituisce il 3, il 4, il 5 per cento». Ci sono soldi «per le potature di Ostia e quelli dati per le spiagge o gli altri per la pulizia degli autobus». Conflittuale il rapporto l'ex ad di Ama, Franco Panzironi. Secondo Buzzi quando lui decise di fare un passo indietro gli venne tolto l'appalto, già aggiudicato, per la manutenzione dei cimiteri. Ai pm Buzzi chiede: «Lo sa che ancora non ho capito dove sono accusato di mafia? Sulla corruzione ho capito tutto ma sulla mafia veramente no».

Il sistema degli appalti pubblici
Salvatore Buzzi in 5 interrogatori «ha cominciato a delineare quel sistema degli appalti pubblici del comune e della regione, anche quelli in cui non ha partecipato». E quello che ne esce è «un quadro devastante, che dimostra come per lavorare chiunque sia costretto a subire le vessazioni della politica e dei funzionari delle varie amministrazioni». Così ha detto il difensore del cosiddetto 'ras delle cooperative', l'avvocato Alessandro Diddi. Il penalista ha poi aggiunto: «A questo punto si deve fare piazza pulita di quella ricostruzione contenuta nella ordinanza della Cassazione secondo la quale Buzzi per governare il mercato degli appalti aveva messo tutti a libro paga». Davanti pubblici ministeri - ha spiegato il legale - «Buzzi ha ricostruito oltre 6 anni di relazioni con le varie amministrazioni di ogni colore politico. E la musica è sempre stata la stessa: se vuoi lavorare devi pagare od altrimenti vai a casa». Secondo quanto spiegato da Buzzi agli inquirenti e che è pronto a ripetere «ci sono regole ferree nella spartizione degli appalti che vengono rigorosamente fatte rispettare dai diversi esponenti politici».