27 agosto 2025
Aggiornato 18:00
Leader della Lega: «Solo agli italiani»

Reddito di cittadinanza, Salvini dice «sì» a Maroni

Il segretario del Carroccio cambia idea e dà il via libera all'esperimento del reddito di cittadinanza proposto da Roberto Maroni per la Regione Lombardia

ROMA - Torna il sereno in casa Lega nord. Matteo Salvini e Roberto Maroni si chiariscono in merito alla questione del reddito di cittadinanza in Lombardia e arriva il via libera da parte del segretario del Carroccio. «Abbiamo chiarito che può essere solo per i cittadini italiani che non possono essere reinseriti nel mondo del lavoro, che è una proposta ben diversa da quella dei grillini», dichiara Matteo Salvini, presente alla conferenza stampa in Via Bellerio al termine del Consiglio federale.

Reddito agli italiani
Il leader della Lega torna sulla questione e ci ripensa. La settimana scorsa, infatti, Matteo Salvini aveva bollato la proposta del governatore della Regione Lombardia come «elemosina di Stato», bocciando di netto l'iniziativa lombarda. Il ripensamento c'è stato in seguito al confronto tra i due, durante il quale Salvini avrebbe valutato a fondo le motivazioni del presidente, acconsentendo all'esperimento nella Regione guidata da Maroni. «Beppe Grillo parla di residenti e non di cittadini», precisa Salvini: la Lega parla di italiani.

Intervento necessario
Negli ultimi giorni, sulle pagine del Corriere della Sera sono stati tratteggiati i punti fondamentali della proposta e il centrodestra, la settimana scorsa arroccato sulla posizione del no secco, sembra ammorbidirsi in seguito alle ragioni spiegate dal governatore lombardo. «I dati sulla povertà dimostrano che c’è bisogno di questo intervento che non è alternativo alle politiche attive del lavoro, ma le accompagna. Voglio prendere il meglio dei Paesi europei e adattarlo alle specificità della Regione Lombardia», afferma il governatore lombardo.

700 euro mensili per un anno
Parlando di cifre, Roberto Maroni accenna ad un sussidio di circa 700 euro mensili, per un periodo di 12 mesi, prorogabile in casi specifici. «È una delle ipotesi, ma stiamo valutando», ha commentato il governatore. Quello messo in ballo dalla Regione è tutt'altro che un'elemosina: tra l'ente e il cittadino si registrerebbe una sorta di accordo, per cui il secondo verrebbe sottoposto ad una formazione in vista di un posto di lavoro. Il cittadino, inoltre, non sarà nella posizione di rinunciare a più di tre offerte di lavoro che gli verranno propinate, altrimenti rinuncerebbe automaticamente al sussidio.

Il sostegno di Forza Italia
Non solo Matteo Salvini. A cambiare idea anche un altro pezzo del centrodestra lombardo: Mariastella Gelmini, che la scorsa settimana era stata tra le prime ad esprimere un forte scetticismo per la proposta di Maroni, ci ripensa: la coordinatrice di Forza Italia in Lombardia, infatti, appoggia oggi la misura del presidente, con la sola clausola che venga cambiata denominazione, passando da «reddito minimo di cittadinanza» a «sostegno agli indigenti». «Ho visto con piacere le ultime dichiarazioni del presidente Maroni che delineano un avvicinamento alla nostra posizione: no ad un sussidio generalizzato con logica meramente assistenziale, si' ad un sostegno temporaneo e finalizzato alle persone che hanno davvero bisogno e che non possono essere inserite o reinserite nel mondo del lavoro», dichiara l'ex ministro dell'Istruzione. «Quindi passiamo dalle parole ai fatti, ma non parliamo più di reddito di cittadinanza. Invece da un lato, parliamo di politiche attive del lavoro e dall'altra di sostegno agli indigenti».

M5s contro Salvini
A non approvare affatto il progetto appoggiato da Salvini è il Movimento 5 Stelle. «Secondo Salvini il reddito di cittadinanza dovrebbe essere assegnato solo a chi non e' reinseribile nel mondo del lavoro. E tutti gli altri? Tutte quelle persone che vivono sotto la soglia di povertà?». Così Dario Violi capogruppo del M5s in Consiglio regionale lombardo. Il governatore lombardo aveva, invece, plaudito la scorsa settimana al progetto del Movimento 5 Stelle: «È inutile che Salvini e la Lega si sforzino inutilmente di divincolarsi dalla nostra proposta, e' sotto gli occhi di tutti che il tema e' entrato nel dibattito politico grazie al lavoro costante del Movimento 5 Stelle e all'apporto simbolico della marcia di dieci giorni fa», continuano dal M5s.