19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Il governatore della Lombardia riapre la polemica

Reddito cittadinanza, Maroni non ubbidisce

La bocciatura di Salvini non ha affetti sull’ex segretario della Lega. Intanto in molti si chiedono a chi giovi escludere a priori ogni possibile convergenza anti Renzi fra il Carroccio e M5S.

ROMA - Grillo ne ha indovinata un’altra delle sue. Il reddito di cittadinanza sta infatti creando una crepa all’interno della Lega Nord e non è una crepa da poco visto che vede di fronte Bobo Maroni e Matteo Salvini.

Come combattere la povertà
La questione fino a poche ore fa era in questi termini: il Governatore della Lombardia aveva annunciato un piano di intervento regionale per venire incontro ai bisogni dei 700 mila cittadini sotto la soglia di povertà registrati nella regione in cui governa. «Io voglio risolvere il problema dei 700mila lombardi, secondo i dati forniti dal «Banco Alimentare» ripresi dal Sole 24 Ore, che sono sotto la soglia di povertà: chi vuole darmi buone idee è il benvenuto», aveva spiegato il successore di Umberto Bossi.

Una etichetta targata Grillo
La proposta non poteva che essere annoverata fra le nobili aspirazioni di un Governatore, ma conteneva in se i requisiti per diventare una miccia esplosiva poiché, non certo per distrazione, Maroni aveva appiccicato all’iniziativa l’etichetta di «reddito di cittadinanza», cioè proprio la stessa che fin dalle origini del movimento è uno dei cavalli di battaglia su cui punta Beppe Grillo. Il leader del 5Stelle, inoltre, aveva subito preso la palla al balzo per intestarsi il progetto antipovertà di Maroni come una sua vittoria nei confronti della Lega Nord. «Maroni ha fatto una cosa buona. Quelli della Lega hanno capito dove va il vento e cominciano ad adeguarsi», era stato il commento di Grillo.

Il veto di Salvini
Il duetto sul «reddito di cittadinanza» fra Grillo e Maroni era stato però immediatamente bloccato da Matteo Salvini, che aveva messo il suo «niet» alla proposta del suo collega di partito definendola «sbagliata», dopo averla bollata come «una elemosina di Stato». La replica di Maroni non si era fatta aspettare: «Sono convinto – aveva replicato il governatore leghista -  che tutti quelli che hanno detto di no non possano essere contrari al fatto che la Regione intervenga nei confronti di chi non ha altri mezzi di sussistenza ed è costretto ad esempio ad andare a cercare cose da mangiare nei cassonetti: è una vergogna, non possiamo permettercelo». Maroni aveva però subito corretto il tono sferzante delle sue parole annunciando che ne avrebbe parlato con il suo segretario: «Mi meraviglio di chi si meraviglia: è l'Europa che ci dice di farlo e ci dà anche i fondi, cioè quasi un miliardo per il Fondo sociale europeo. Lunedì farò un incontro con la mia maggioranza, presentando alcune idee, aperto al contributo e alla buone idee di tutti», aveva aggiunto con modalità certamente più concilianti.

Maroni disubbidisce
Quindi la questione fra l’ex segretario e l’attuale segretario della Lega sembrava al momento chiusa, in attesa di un faccia a faccia chiarificatore. E invece Roberto Maroni, prima risolvere le incomprensioni con Salvini, è tornato a riproporre il tema nei termini che il leader della Lega ha già seccamente bocciato. «Nei giorni scorsi, ho parlato di 'reddito di cittadinanza', perché vogliamo occuparci anche delle politiche sociali che si rivolgeranno anche a chi non può essere interessato dalle politiche attive per il mondo del lavoro. Le politiche attive per il lavoro e le politiche sociali vanno messe insieme, per avere una Lombardia migliore, dove nessuno sia socialmente escluso", ha detto il governatore lombardo partecipando, stamattina, a Lecco, alla firma dell'Accordo fra Regione Lombardia e Confindustria Lecco e Sondrio per l'attivazione di un progetto in materia di «Ponte generazionale». Insomma, al di là delle buone intenzioni a favore dei lombardi poveri, Maroni ha rimesso sul piatto quel «reddito di cittadinanza» che inequivocabilmente porta la firma di Beppe Grillo.

Borghi: Niente male
Ecco intanto che cosa pensa del reddito di cittadinanza Claudio Borghi Acquilini. Il responsabile economico della Lega e candidato alla presidenza della regione Toscana,  dopo averlo liquidato come un intervento che non rientra «né nelle cose che si possono fare né in quelle che si debbono fare», ha poi provato a mettere in fila un pò di numeri e ha calcolato che con i 220 milioni (su un totale di circa un miliardo) di fondi sociali europei messi sul piatto da Maroni per il reddito di cittadinanza si potrebbero dare 400 euro al mese ai circa 500mila lombardi disoccupati o inattivi. «Quindi – ha concluso Borghi-  poco più di una mancia».

Chi gioca a favore di Renzi
Vedremo quali saranno gli sviluppi futuri di questo scontro a distanza fra Salvini e Maroni. Intanto però è lecito chiedersi cosa abbia spinto Maroni ad aprire una questione che inevitabilmente consente a Beppe Grillo di insinuare un cuneo all’interno del Carroccio proprio a pochi giorni da una tornata elettorale che si annuncia come una conferma dell’ottimo lavoro finora svolto da Salvini per il partito di cui è leader. Invece di sollevare inutili motivi di concorrenza non sarebbe più utile per queste due forze politiche studiare tutte le possibili convergenze per provare a spuntarla sul loro comune avversario?