26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Dopo il voto in Trentino Alto Adige

Grillo-Salvini alleanza impossibile. Perché?

Dalle mammografie al reddito di cittadinanza, Lega Nord e Movimento Cinque Stelle continuano a farsi la guerra. Ma siamo sicuri che i loro elettori non vedrebbero bene un avvicinamento delle due uniche forze in grado, al momento, di contrastare il cammino di Renzi?

ROMA - Diceva Giulio Andreotti: «Se si vuole capire come andranno le elezioni in Italia bisogna guardare al Trentino Alto Adige e alla Sicilia». E come si ricorderà «il grande Giulio» parlava poco , ma quando lo faceva difficilmente si sbagliava. Per quanto riguarda il Trentino Alto Adige la consultazione appena conclusa ha emesso un verdetto chiarissimo: vola la Lega di Matteo Salvini, cresce il M5S di Grillo, tiene il Pd di Renzi, crolla Forza Italia di Berlusconi.

VINCITORI E VINTI - In soldoni questo è il quadro rilasciato dalle urne, ed è inutile rincorrere i vari sofismi legati a confronti improbabili poiché consentono giochi pindarici con i numeri da fare impallidire anche i risultati delle società quando taroccano i loro bilanci. Per illustrare le acrobazie che si possono fare sui numeri basta citare il commento del professor Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera: «La lista di Forza Italia era presente solo in quattro comuni su 140, fare quindi dei paragoni con precedenti consultazioni elettorali è sbagliato e fuorviante. E anche in quei quattro comuni va tenuto conto di un contesto preciso: il Trentino Alto Adige. Qui nelle elezioni locali abbiamo concorso con liste civiche, e il risultato è in realtà sorprendente, ma in senso positivo. In realtà Forza Italia in Trentino ha preso più voti che in passato», ha scritto Brunetta sul Mattinale. Il capogruppo di Fi è disposto a fare una unica concessione solo per Salvini: «Nell'ambito del centrodestra la Lega ha ottenuto risultati importanti, duplicando o triplicando i voti. Hanno certo attinto al nostro bacino». Per poi consolarsi con la convinzione che » Renzi di certo non ha assolutamente sfondato al centro». Quanto valga l’analisi del voto di Brunetta probabilmente in queste ore lo starà soppesando lo stesso Berlusconi.

MATTEO & BEPPE - Veniamo invece al grande vincitore e al piccolo vincitore in Trentino Alto Adige. Cioè a Matteo Salvini e Beppe Grillo. Finora Salvini e Grillo hanno escluso che le loro truppe possano convergere verso un  unico obiettivo. Per la verità Salvini, dopo l’exploit del 5 Stelle alle politiche qualche approccio lo aveva fatto, ma era stato respinto con sdegno. Ma le fortune politiche, allora, non avevano lo stesso volto che presentano oggi: la Lega che aveva raccolto l’attuale segretario era praticamente a pezzi e sembrava destinata ad un inevitabile declino. Il rapporto attuale fra queste due forze politiche non si è capovolto, perché Grillo ha dimostrato di poter crescere ancora, ma certamente è completamente mutato dopo la cura Salvini.

UNIONI E DIVISIONI- Che cosa è, allora, che continua a tenere lontani i due schieramenti. Senza avere la pretesa di analizzare nel dettaglio le rispettive posizioni si può ben dire che quello che li rende simili è molto di più di ciò che li divide. Diamo per scontata l’antagonismo con Renzi e guardiamo al cuore della loro azione: la pensano pressappoco allo stesso modo sia sull’Europa che sull’Euro, e non è poco. Sempre per restare in Europa hanno fatto una alleanza con partiti di destra, Salvini con la Le Pen; Grillo, in Gran Bretagna, con Farage. Entrambi sono portatori di interessi delle piccole e medie imprese e attenti ai bisogni delle fasce deboli, pensionati e disoccupati. Potremmo continuare questo elenco di affinità elettive, ma ci limitiamo invece a ricordare che la Lega di Salvini sta tentando la carta del sud e quindi ha cancellato forse per sempre i sogni secessionisti alla Bossi.

GRILLO INCIAMPA SULLE MAMMOGRAFIE - Eppure il profilo identitario che noi abbiamo tracciato si scontra invece con la pratica quotidiana dei due schieramenti. Nei giorni che il Trentino Alto Adige delinea con forza uno scenario che appare replicabile anche nei prossimi appuntamenti elettorali, su che posizioni si vanno a posizionare M5S e Lega Nord? Beppe Grillo si va ad imbarcare in un giudizio sulle mammografie si merita questa risposta di Luca Zaia: «Prima di lasciarsi andare a battute che non gli farebbero onore nemmeno da comico, invito Beppe Grillo a visitare una delle Breast Unit del Veneto, dove si curano le donne colpite da tumore al seno con un programma di presa in carico totale dalla prima diagnosi all'auspicata guarigione, e dove un concetto come quello che ha espresso sarebbe semplicemente sinonimo di più sofferenza e, in alcuni casi, di morte. Spari su chi vuole e quanto vuole, ma lasci perdere la salute della gente e, in questo caso, uno dei peggiori incubi delle donne contro il quale migliaia e migliaia di scienziati e medici combattono da anni».

MARONI INCIAMPA SUl REDDITO DI CITTADINANZA - Non basta. Tutti sanno quanto Beppe Grillo abbia a cuore il reddito di cittadinanza. E la questione con la disoccupazione alle stelle è tutt’altro che peregrina, tanto che Roberto Maroni, purtroppo senza consultarsi preventivamente con Matteo Salvini, annuncia di voler fare questo esperimento in Lombardia. Ma ecco lo schiaffone che gli arriva da uno degli esponenti della nuova Lega più vicino al segretario: «Il Carroccio è contrario al reddito di cittadinanza, che non rientra né nelle cose che si possono fare né in quelle che si debbono fare. E la proposta in proposito del Governatore leghista della Lombardia Roberto Maroni altro non è che un'astuzia semantica e un'intelligente provocazione per dimostrare che lo Stato e le Regioni non si dimenticano dei poveri». Questa la secca messa a  punto di Claudio Borghi Acquilini, candidato dalla Lega alla presidenza della Toscana.

LA PAROLA AGLI ELETTORI - Senza voler entrare nel merito di queste due schermaglie di giornata fra M5S e Lega Nord, siamo sicuri che gli elettori di queste due forze politiche in crescita, visto che solo un abbondante dose di Gertovital potrebbe fare il miracolo di  restituire al suo popolo il Berlusconi del tempo che fu, non vedrebbero di buon occhio un avvicinamento gli unici due leader in grado di contrastare la marcia trionfale di Matteo Renzi?