Renzi: «Votate l'Italicum, o il governo cadrà»
La riforma della legge elettorale approderà nell'aula della Camera lunedì prossimo, ma la bufera polemica che infuria sull'Italicum non accenna a placarsi, tanto che il presidente del Consiglio Matteo Renzi torna a lanciare un avvertimento: "Se non passa l'Italicum - avverte - cade il Governo"
Roma (askanews) - La riforma della legge elettorale approderà nell'aula della Camera lunedì prossimo, ma la bufera polemica che infuria sull'Italicum non accenna a placarsi, tanto che il presidente del Consiglio Matteo Renzi torna a lanciare un avvertimento: «Se non passa l'Italicum - avverte - cade il Governo.» Sulla fiducia, dice, «decideremo», ma il premier rilancia il suo messaggio di ottimismo: «Credo di sì», risponde alla domanda se pensa che l'Italicum sarà approvato. Quanto al suo partito, «perché il Pd dovrebbe spaccarsi?».
Grillo: Di fascismo ne è bastato uno solo
La bordata più pesante della giornata la spara il blog di Beppe Grillo, che si affida all'esperto esterno di leggi elettorali del Movimento 5 stelle, lo storico Aldo Giannuli, che ricorda come «un Parlamento eletto grazie ad un sistema elettorale incostituzionale e nel quale quasi un quinto degli eletti ha cambiato bandiera, sta per varare una legge elettorale che ha gli stessi difetti di incostituzionalità». Giannuli ricorda i due precedenti di fiducia posta dal Governo sulla legge elettorale: la «legge truffa» di De Gasperi, che però aveva dalla sua almeno la giustificazione dell'urgenza, a pochi mesi dal voto, e la legge Acerbo varata dal regime fascista: «Di fascismo ne è bastato uno solo» è il titolo del post sul blog. Secondo lo studioso M5S la situazione «è di una gravità senza precedenti e si impone un intervento del presidente della Repubblica, nella sua veste di garante della Costituzione» e in ogni caso «se esso dovesse mancare, se nonostante tutto, l'Italicum dovesse essere approvato grazie a queste bravate e non trovare alcun argine istituzionale, alle opposizioni non resterebbe che meditare sull'opportunità di un Aventino generalizzato».
Letta: Non c'é più la "normalità democratca"
Ma non c'è solo Grillo a mettere nel mirino l'azione del Governo sulle riforme: anche Enrico Letta, ribadisce che «esprimere dubbi sull'opportunità di approvare riforme elettorali e costituzionali a maggioranza risicata, con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso. A maggior ragione - sottolinea il predecessore di Renzi - visto la brutta fine che hanno fatto le riforme costituzionali del 2001 e 2005 e la legge elettorale poi denominata Porcellum, cioè le tre grandi riforme delle istituzioni approvate nel nostro paese 'a maggioranza stretta' e non con un più largo spirito costituente».Duro Massimo D'Alema sulle pressioni di Renzi sui deputati: «La legge elettorale è materia squisitamente parlamentare, il governo - ammonisce l'ex premier - dovrebbe occuparsi di governare, di lavoro, di affrontare le emergenze internazionali e lasciare che il Parlamento discuta liberamente di legge elettorale. Questa sarebbe la normalità democratica».
Boschi: Non ci sono profili di incostituzionalità
Il clima non è dei più sereni in casa democratica, e il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi replica in modo pungente a Letta ricordando che il Governo ha superato «una fase di blocco totale e di stallo che si era creata con il governo Letta su entrambi i provvedimenti». In ogni caso, sull'Italicum «sinceramente non ci sono profili di incostituzionalità». «Abbiamo lavorato per un anno e mezzo - dice - alla legge elettorale nei due rami del Parlamento, abbiamo sentito molti costituzionalisti in Parlamento e anche fuori. Dopo un anno e mezzo di lavoro serio siamo davvero a un passo da avere una buona legge elettorale, che è legittima, funziona bene e soprattutto dopo nove anni il Parlamento è in grado di dimostrare che sulla legge elettorale riesce a svolgere il proprio lavoro».
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