16 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Ecco la contro-proposta di Sel

Scotto: «Il Def di Renzi è solo un bluff»

In una conferenza stampa a Montecitorio, Arturo Scotto e Giulio Marcon hanno presentato le proposte per un Def alternativo a quello del governo Renzi: più orientato alla crescita e con un occhio rivolto al Mezzogiorno.

Roma (askanews) - «Che nel Def non ci siano tagli è una colossale bugia, ce ne sono invece 9,6 miliardi di cui 7,2 di minor spesa pubblica e 2,4 di revisione delle agevolazioni fiscali", sostiene Sel in una conferenza stampa a Montecitorio, in cui Arturo Scotto e Giulio Marcon hanno presentato le proposte per un «altro» Def «orientato alla crescita».

Scotto: Il Def è una manovra di distrazione di massa
«Vogliamo fare un'operazione verità sul Def che sarà in Aula alla Camera la prossima settimana - ha spiegato Scotto - è una manovra di galleggiamento per evitare l'aumento dell'Iva e delle accise ma che non mette un euro sulla ripresa e taglia le risorse per la sanità e il trasporto pubblico locale, si tagliano perfino i fondi per l'edilizia scolastica mentre oggi c'è stato un altro crollo in Puglia e nonostante la ristrutturazione delle scuole fosse una delle priorità del governo Renzi, scompaiono 489 milioni destinati all'edilizia scolastica».Insomma per Sel questa è una «manovra di distrazione di massa mentre occorrerebbe più coraggio sul deficit - prosegue Scotto -, portandolo dal 2,5 al 3%, più coraggio sulla lotta all'evasione e sulla tassazione delle rendite finanziarie, inoltre manca un'iniziativa per il Mezzogiorno che ha pagato la crisi più del Nord».

Marcon: Bisogna aumentare il rapporto deficit/Pil al 3%
Marcon mette in discussione anche le previsioni di crescita fatte dal governo, che stimano un 1,5% in più di Pil nel 2016: «è una speranza tutta da verificare visto che in passato le stime hanno sempre sbagliato e l'impatto delle riforme è ancora minimo. Le misure per il lavoro, ad esempio, non hanno aumentato i posti e quindi non hanno avuto impatto sulla disoccupazione».Inoltre Sel lamenta che il governo non ha mantenuto gli impegni presi con la mozione approvata alla Camera per la riduzione della spesa per gli F35 e quello contenuto nella legge delega per l'aumento delle risorse per il servizio civile. Nel contro-Def di Sel si propone quindi di ricavare 8 miliardi aumentando il rapporto deficit-Pil dal 2,6 al 3%, poi 3,5 miliardi da una Tobin tax che tassi tutte le transazioni di prodotti finanziari con un'aliquota dello 0,01%. E ancora 6 miliardi dagli F35 e dalla rinuncia alla Tav Torino-Lione, 5 miliardi da una patrimoniale sulle ricchezze finanziarie detenute da società famiglie e singoli superiori a 100mila euro, con una imposizione dello 0,5%. Infine altre risorse potrebbero arrivare dal contrasto all'evasione fiscale. Sel propone anche che questi 23,5 miliardi vadano così suddivisi: 12,5 per un piano straordinario del lavoro fatto di piccole opere, lotta al dissesto idrogeologico, messa in sicurezza delle scuole, capace di attivare domanda di lavoro e 11 miliardi per il reddito di cittadinanza.