28 maggio 2023
Aggiornato 14:30
Pd e M5s si rimpallano continguità e simpatie con le mafie di Roma e dintorni

De Vito: «Noi una condivisione su un post, i vostri in Mafia capitale»

Un post del senatore Esposito fa scoppiare la bufera. Il piddino al DiariodelWeb.it: «Come mai i mafiosi condividono i post di Di Battista?» Il capogruppo grillino: «Accusa bieca e strumentale, si tolgano di mezzo dal governo della città»

ROMA – Tra un partito nato sulla rete e un altro il cui leader non perde occasione per twittare, la guerra non poteva che scoppiare sui social network. A lanciare la prima bomba, ovvero il primo post su Facebook, è stato il senatore Stefano Esposito, commissario del Pd ad Ostia. E anche l'occasione gli è giunta dal web: «Il reggente del clan Spada, Roberto, è un fan di Alessandro Di Battista, come dimostra la foto che pubblico qui di seguito», ha scritto sulla sua bacheca l'esponente democratico. La foto in questione è quella che mostra un vecchio commento firmato da uno dei più noti deputati grillini e successivamente condiviso da Roberto Spada, rampollo della famiglia ostiense in odore di mafia. Lo stesso che, nei giorni scorsi, minacciò sempre su Facebook proprio Esposito per le sue denunce delle attività della criminalità organizzata sul litorale romano. «Vorrei invitare Di Battista e compagni – prosegue il senatore nel suo post – a riflette sul perché personaggi come Roberto Spada a noi del Pd ci minacciano e a voi grillini vi condividono i post sulle loro bacheche. Varrebbe la pena che vi poneste qualche domanda». Il campo di battaglia è virtuale, insomma, ma lo scontro è concretissimo.

DE VITO: «È IL PD AD ESSERE COINVOLTO»«Un'accusa bieca e strumentale, che si commenta da sola». Marcello De Vito, capogruppo del Movimento 5 stelle in Campidoglio, reagisce indignato all'attacco di Esposito. «Se si scrive un post su Facebook, chiunque può condividerlo – commenta al DiariodelWeb.it – È inutile questo tentativo del Pd di sostenere che il Movimento 5 stelle sia vicino alla mafia. Questa dichiarazione è esattamente sullo stesso piano del tweet in cui Orfini scrisse che la nostra richiesta al sindaco Marino di fare un passo indietro è in linea con la mafia». Secondo i grillini, sono piuttosto i democratici a voler sollevare il polverone per nascondere le loro responsabilità: «Vediamo, invece, che è il loro partito ad essere pienamente coinvolto, a tutti i livelli, nell'indagine di Mafia capitale, che inizialmente si voleva ascrivere solo alla Giunta Alemanno. I loro esponenti indagati sono molteplici, ne ho fatto una lista completa su Facebook ma sono talmente tanti che è difficile ricordarli. Lo stesso ex ministro Barca ha evidenziato come il malaffare sia profondamente radicato nel Pd romano. Rigettiamo al mittente qualunque tentativo di farci la morale o rigirare la frittata: si devono letteralmente togliere di mezzo dal governo di questa città, non solo di Ostia». Il M5s, dunque, prosegue imperterrito nella sua richiesta di dimissioni del primo cittadino: «Prima lo farà e meglio sarà», chiosa De Vito.

ESPOSITO: «RISPONDANO ALLA MIA DOMANDA» – All'inevitabile contrattacco segue a stretto giro l'altrettanto inevitabile controrisposta. «Io non devo nascondere niente e nemmeno il Pd – replica il senatore Esposito al DiariodelWeb.it – Di fronte ai fatti emersi da Mafia capitale, il partito di Roma è stato commissariato e Orfini ha chiesto a me di occuparmi di Ostia, una delle situazioni più delicate. Noi sappiamo riconoscere i nostri limiti ed errori e li proviamo ad affrontare, magari con ritardo». Il parlamentare piemontese non solo difende l'operato del suo partito, ma ribadisce anche le sue dichiarazioni. Anzi, addirittura le rilancia: «Di Battista ha scritto un post. Se a me fosse successo che un noto personaggio in odore di mafia avesse condiviso un mio scritto, io ci avrei messo cinque minuti a precisare che è una sua scelta e che con me non ha niente a che fare. Di Battista non l'ha fatto. Ma la domanda più importante su Ostia, che mi ha spinto a fare questa provocazione, è un'altra. La giornalista di Repubblica Federica Angeli è costretta a vivere sotto scorta per aver aperto il file sugli affari criminali ad Ostia. Quando ha ricevuto le ripetute minacce di morte ai figli o il liquido infiammabile sull'uscio di casa sua, il decimo Municipio ha scritto un documento di solidarietà. Come mai il M5s si è astenuto?». Fuori dai denti, dunque, l'esponente del Pd sta forse sostenendo una contiguità tra i grillini e la criminalità? «Non lo so, perché non faccio il magistrato: io guardo i fatti politici – chiarisce – Su temi come questi un voto di astensione è molto peggio di uno contrario. Un movimento che sostiene di rappresentare la purezza assoluta, alla prova dei fatti non si prende nemmeno le proprie responsabilità. Di Battista e soci rispondano in maniera convincente alla mia domanda, se sono in grado, poi ne ridiscuteremo. Io non do dei mafiosi al Movimento 5 stelle, ma la politica ha le sue regole...». La temperatura dello scontro, insomma, resta altissima. E lo scambio di gentilezze in rete, certamente, non finirà qui.