Salvini-Tosi alla resa dei conti
Flavio Tosi è intervenuto alla manifestazione di sabato, a testimonianza dell'esistenza di spazi di mediazione. Tuttavia, si è tenuto rigorosamente lontano dal palco - su cui, ha detto, non è stato invitato a salire -, e, ai vari microfoni, ha dimostrato di non aver cambiato la propria posizione. Oggi, il Consiglio federale tenterà di trovare la soluzione definitiva. Forse grazie a un Commissario.
ROMA - Sui numeri, c'è il solito disaccordo, classico immancabile di ogni post-manifestazione. C'è chi dice che in Piazza del Popolo fossero in 20.000 al massimo, e Salvini e i suoi che hanno azzardato un 100.001 proprio al termine dell'evento, per poi rilanciare, poco dopo, numeri più ridimensionati (50.000-60.000). In ogni caso, sono tanti i motivi per cui la giornata di sabato, per la Lega Nord, è stata praticamente storica. Da un lato, l'ulteriore ufficializzazione di «Io sto con Salvini», l'iniziativa con cui il Carroccio, da padano, si è fatto nazionale; dall'altro, lo sdoganamento dell'alleanza con i neo-fascisti di Casa Pound, rinominati «Sovranità»; non da ultimo, la partecipazione di Flavio Tosi, incerta fino all'ultimo. Il sindaco scaligero, dopo aver a più riprese paventato la sua assenza, ha infine deciso di mantenere la promessa fatta qualche giorno prima, e di intervenire alla manifestazione. Un segnale importante, soprattutto in vista del Consiglio federale di quest'oggi.
TOSI A ROMA C'ERA, MA IN DISPARTE - Eppure, la presenza di Tosi, se non fosse stato per i tanti giornalisti interessati a sondare lo stato dell'arte, è passata quasi inosservata. Il sindaco di Verona si è tenuto rigorosamente lontano dal palco - su cui, ha confessato a qualche microfono, non è stato invitato a salire -, mentre i vertici del partito, Zaia in prima fila, sfilavano in pompa magna sull'impalcatura adornata maestosamente dallo slogan «Renzi a casa».
TOSI: NON VOGLIO ROMPERE, MA RIMANGO DELLE MIE IDEE - Insomma, se la presenza di Tosi ha rassicurato i militanti sulla sua permanenza nel partito, non pare che i malumori possano dirsi del tutto appianati. «Non voglio rompere», ha detto Tosi. Ma ha tenuto il punto del contendere, ribadendo che chiede l'applicazione dello Statuto della Lega e cioè che l'ultima parola sulla composizione delle liste in Veneto spetti al Consiglio nazionale veneto. Il sindaco di Verona ha aggiunto che se è vero che Zaia può vincere senza alleati, bisogna comunque favorire la presentazione di liste civiche di sostegno, accanto a quella delle Lega. Anche Umberto Bossi, preoccupato dell'effetto distruttivo che potrebbe avere il duello, ha detto la sua: «Zaia vince comunque, ma alla Lega non basta vincere: deve evitare che il partito si spacchi. E questo è il compito di Salvini». D'altronde, intervistato ieri da RaiNews, Tosi ha dimostrato di non aver cambiato idea nemmeno sulle ricette che, a suo avviso, porterebbero la Lega a vincere le elezioni, ricette praticamente antipodiche rispetto a quelle contemplate da Salvini. Innanzitutto, non abbandonare il federalismo - «ultimamente è stato un po' messo da parte» - ed evitare che la Lega si confini all'interno dell'estrema destra, altrimenti «Renzi vince». Chiara la posizione sul piano delle alleanze: «Dire sì a Forza Italia e no a Ncd è abbastanza strumentale. Ncd è al governo con Renzi» e non ci dovrebbe stare, secondo Tosi, ma anche Berlusconi era «abbastanza» col governo «fino a ieri». A livello locale è «meglio andare con le liste civiche», mentre «il tema nazionale è diverso». E ancora, il sindaco scaligero si è augurato che Salvini voglia «dismettere la maschera da 'Grillo di destra' e magari indossi una felpa color verde Lega, quella Lega con cui governiamo» in Veneto e Lombardia, «e che da domani ci si possa mettere di nuovo a discutere su come costruire l’alternativa al governo Renzi».
OGGI CONSIGLIO FEDERALE - E dopo che Gianluca Pini ha spiegato, proprio al DiariodelWeb.it, che gli appuntamenti cruciali per la risoluzione sarebbero stati la manifestazione di sabato e soprattutto il Consiglio federale di oggi, l'attesa cresce. Anche perché, subito dopo l'evento di Roma, è circolata negli ambienti veneti della Lega la voce di una possibile nomina, da parte di Salvini, di un Commissario, per trovare una soluzione di mediazione tra Zaia e Tosi, con l'obiettivo di evitare pericolose spaccature. Fondati o meno che siano i rumors, sarà il Consiglio di oggi a prendere una decisione. Decisione che i tanti militanti che sabato affollavano Piazza del Popolo con le loro bandiere e la loro passione politica si augurano, finalmente, sia quella definitiva.