19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Ostruzionismo, Brunetta&Co. attaccano il Premier

«Mattarella richiami Renzi, attenta alla Costituzione»

Per i forzisti della Camera, guidati da Renato Brunetta, le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sarebbero un vero e proprio attentato alla Costituzione. Brunetta&Co. richiamano le coscienze di senatori e deputati e chiedono che venga tolta fiducia al premier. Un appello anche al presidente Sergio Mattarella: «Richiami Renzi all'ordine».

ROMA«I decreti di questo governo sono stati, sono e saranno una truffa». È così che inizia l'ennesima invettiva de Il Mattinale nei confronti del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «Può un Presidente del Consiglio stracciare in pubblico la Costituzione, senza che questo abbia conseguenze formali e sostanziali? No e poi no. Siamo decisi ad andare fino in fondo, in tutte le sedi democratiche e giuridiche», continua la nota del gruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, capeggiato da Renato Brunetta.

IL GOVERNO RENZI PESTA LA COSTITUZIONE - È un attentato alla Costituzione, quello messo in piedi dal premier Renzi. Brunetta&Co. non possono che riferirsi alla «fretta» dimostrata dalla quarta carica dello Stato italiana nel procedere con le riforme. In modo particolare i forzisti della Camera prendono di mira le dichiarazioni rilasciate nella giornata di martedì 24 febbraio dal premier Renzi, in occasione del Vertici bilaterale italo-francese, tenutosi a Parigi. Il presidente, durante quell'incontro, aveva toccato il nodo caldo del metodo dell'ostruzionismo, utilizzato di recente dalle opposizioni, Forza Italia compresa. «L’affermazione di Matteo Renzi – continua la nota de Il Mattinale –, pronunciata ieri in Francia è questa: «Saremo in grado di fare qualche decreto in meno se le opposizioni faranno qualche atto di ostruzionismo in meno. Se le opposizioni in tutti i passaggi della vita parlamentare scelgono l’ostruzionismo è loro diritto, ma lo strumento naturale secondo Costituzione diventa fatalmente il decreto». Questa bestialità è stata subito ribadita dal ministro di maggior peso, quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan. E visto che nello stesso senso aveva starnazzato il sottosegretario Lorenzo Guerini, e fanno tre, si può ben parlare del governo come associazione a delinquere contro la Costituzione».

ART.77 - L'accusa di Brunetta e dei suoi fedelissimi è pesante: «Associazione a delinquere contro la Costituzione». I forzisti non mancano, nella solita nota, di spiegare le motivazioni che spingono a queste considerazioni importanti: «L’articolo 77 della Costituzione al secondo comma prescrive: «…in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge». Non leggiamo nulla che autorizzi i decreti riferito a legittimi comportamenti parlamentari. Qui oltre ad una norma costituzionale assistiamo ad una minaccia vera e propria al Parlamento. Non c’è nessuno, nella vasta platea di commentatori, quasi tutti a lingua srotolata come un tappeto sotto i piedi del Valentino, che abbia notato che questa è la confessione spudorata dell’incostituzionalità dei decreti emanati dal Presidente della Repubblica, immediatamente applicativi, saltando l’approvazione di Camera e Senato», spiega la nota.

LA SOLUZIONE - In conclusione, i forzisti forniscono una soluzione: si appellano a tutti i membri del Parlamento, deputati e senatori, affinché si sveglino dal torpore in cui giacciono per togliere la fiducia a questo attentatore della Costituzione che è il presidente del Consiglio. Non mancano, i firmatari della nota, di appellarsi alla più alta carica dello Stato, e chiedono al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella di intervenire e redarguire il premier Renzi. Scrive ancora Il Mattinale: «Indichiamo due conseguenze. La prima riguarda le forze politiche. Chiediamo un soprassalto di coscienza repubblicana a deputati e senatori che sostengono il governo. Tolgano la fiducia a un Presidente che ha la fobia della Costituzione vigente. La seconda, e ci permettiamo di indicarla sommessamente per il rispetto che abbiamo della persona e dell’incarico di Sergio Mattarella, è l’invito ad un richiamo formale del Presidente del Consiglio».

L'EDITTO DI PARIGI - È Brunetta in prima persona, poi, a pronunciarsi riguardo le dichiarazioni francesi del premier: «La minaccia lanciata ieri da Renzi sembra tanto un editto. ‘L’editto di Parigi’, potremmo chiamarlo. Un attacco alle prerogative parlamentari e alle regole delle nostre istituzioni. Ci verrebbe da dire: un attentato alla Costituzione».