24 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Ore di tensione, cosa farà l'Italia?

Libia, la guerra all'Isis sarebbe il sucidio politico di Renzi?

Dopo il bombardamento egiziano di obiettivi dell'Isis in Libia, il presidente Sisi chiede a gran voce una reazione internazionale. E telefona a Renzi per capire insieme quali azioni mettere in campo

TRIPOLI - Sarà guerra? Tutto, in questo momento, lo farebbe pensare, anche se non è ancora per nulla chiaro come intenda agire l'Onu. Obama spinge, quasi come faceva il suo predecessore che amava essere visto come un presidente interventista. L'Europa, strano a dirsi, non ha ancora preso posizione, anche se, a onor del vero, il suo peso geopolitico è così ininfluente da non rappresentare certamente l'ago della bilancia.

«MINACCIA ALLA PACE E ALLA SICUREZZA INTERNAZIONALE» - Dopo il bombardamento egiziano di obiettivi dell'Isis in Libia, il presidente Sisi ha incaricato il ministro degli Esteri, Sameh Shukri, di andare subito a New York per le riunioni necessarie all'Onu e chiedere una reazione internazionale. Nelle intenzioni del Cairo, Shukri porrà la comunità internazionale di fronte alle «sue responsabilità» affinché metta in campo tutte le «misure adeguate» per far rispettare la carta delle Nazioni Unite. Tenendo ben a mente che quello che sta succedendo in queste ore in Libia è «una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale». Sisi ha promesso ritorsioni contro i terroristi dello Stato islamico, vedremo di quale natura.

RENZI POCO INCLINE AL CONFLITTO - Mentre in Egitto è stato stato dichiarato il lutto nazionale, il governo libico, al potere dall’agosto scorso, ha condannato l’attacco egiziano come una violazione della propria sovranità. Non solo: ha anche chiesto alle autorità egiziane di proteggere da eventuali ritorsioni i cittadini libici presenti in territorio egiziano. Abdullah al Thani, il premier del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ha rinnovato l’appello al dialogo, ma se questo fallirà l'unica soluzione dal suo punto di vista sarà un'offensiva aerea dell’Occidente, «altrimenti – ha avvertito – la minaccia arriverà in Italia». Il presidente Sisi ha anche telefonato a Matteo Renzi per fare il punto sulla situazione in Libia e capire insieme quale strada intraprendere, pur nel quadro del Consiglio di sicurezza, per riportare la sicurezza e la pace nel Paese. Il nostro premier sembra molto poco incline a un coinvolgimento armato («La situazione è difficile, ma non è tempo per una soluzione militare» ha detto), e certo un intervento armato, per di più in questo momento, sarebbe un suicidio politico.