18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Per l' Europarlamentare della Lega ora contiamo come la repubblica delle banane

Buonanno: «Per Gheddafi dovevamo fare un monumento a Berlusconi. Invece lo abbiamo crocefisso»

La situazione in Libia degenera e si avverte 'nostalgia' per quando nel Paese regnava la dittatura di Gheddafi. Nel 2011 la NATO interveniva militarmente in Libia e, al contrario degli altri leader europei, solo Silvio Berlusconi sollevò dubbi sull'azione. Gianluca Buonanno della Lega commenta: «Gheddafi come Lazzaro, staremmo meglio tutti».

ROMA - La situazione in Libia degenera e sui giornali si legge di una 'nostalgia' per quando nel Paese regnava la dittatura del Colonnello Muammar Gheddafi, morto nel 2011 durante la guerra civile che imperversava nel Paese. In quello stesso anno, la NATO interveniva militarmente in Libia. Al contrario degli altri leader europei, solo Silvio Berlusconi sollevò serie perplessità sull'azione, ma non venne ascoltato e anche l'Italia supportò l'operazione. Oggi si rimpiange un dittatore e si plaude all'allora lungimiranza di Berlusconi. In un'intervista rilasciata a DiariodelWeb.it, l'europarlamentare della Lega nord Gianluca Buonanno commenta i fatti. 

Alla luce di quanto sta accadendo in Libia, pensa che avesse ragione Berlusconi a sollevare dubbi e perplessità sull'azione nel Paese di Gheddafi nel 2011?
Certo che aveva ragione. Io non sono berlusconiano, ma l'ha detto Berlusconi e tutti gli hanno dato contro, l'avesse detto qualcun altro, sarebbe stato tutto diverso. Napolitano è stato uno di quelli che ha spinto per fare la missione. Poi c'erano i francesi, c'erano gli inglesi e c'erano ovviamente gli americani. Ecco, quello che dico io è che se si potesse, come dire, far diventare Gheddafi come Lazzaro sarebbe un bene per tutti. Perché è meglio un Gheddafi in Libia che l'Isis in Libia. È solo che chi ha combinato questo disastro ha mandato tutti i clandestini in Francia, perché sono stati tanto furbi con Sarkozy. E, invece, Sarkozy, come la Merkel lui sarebbe uno di quelli da mandare in Libia e lasciarlo lì. E oltre a lui bisognerebbe mandare anche la Mogherini, per riscattarsi, visto che non conta – come ho già detto in Parlamento europeo – praticamente nulla. Con l'Ucraina, con i marò, con l'Iran per il nucleare, dovrebbe avere il coraggio di andare in Libia. Visto che rappresenta la politica estera dell'Europa, questo è il momento di muoversi. Cosa che non farà ovviamente, perché noi abbiamo un governo come l'Italietta, cioè un governo di 'cagasotto'.

Cosa pensa del fatto che Berlusconi avesse intessuto un rapporto politico così meticoloso con Gheddafi, fino al cosiddetto 'Trattato di amicizia Italia-Libia', dal quale il nostro Paese aveva dei ritorni economici e sociali, come ad esempio la fine degli sbarchi di immigrati libici in Italia?
Beh certo, Berlusconi e Maroni furono gli artefici dell'accordo con la Libia. Io, oggi, aldilà della questione di Gheddafi – so che è impossibile –, se dovessi scegliere un ministro degli Esteri o della Difesa, sceglierei Silvio Berlusconi. In quel momento ha fatto la real politique. Non è che eravamo tutti festanti sul fatto che Gheddafi venisse con le amazzoni, che facesse la 'tenda del beduino' in centro a Roma. Se il risultato doveva essere basta sbarchi e avere un rapporto che tenesse in sicurezza l'Italia, la real politique l'ha fatta bene lui. Gli altri fanno i radical chic, con la puzza sotto il naso, e poi questo è il risultato. La primavera araba è stata davvero un'enorme cavolata. Più che primavera araba, mi pare che fosse un vero disastro arabo. Poi fosse per me io butterei la bomba atomica.

E invece a proposito di quanto ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, con la proposta dell'Italia alla guida di una forza ONU in Libia?
Se l'Italia guida qualcosa, rischiamo di perdere anche con l'Isis. Non credo che sia la cosa migliore da fare. L'azione militare, se non ci sono altre vie, dovrà esserci. Ma a questo punto dovranno convergere anche altre realtà. Prima dell'azione militare bisogna verificare che prima non possa essere fatto nient'altro. Hanno voluto uccidere Gheddafi, l'hanno distrutto, a questo punto facciano la stessa cosa con questi che minacciano l'Europa e l'Italia.

Rispetto alla 'nostalgia' di Prodi, che afferma che con la caduta di Gheddafi bisognava aspettarsi il tracollo della situazione che si sta vivendo ora, cosa pensa?
Prodi senza volerlo ha dato ragione a Berlusconi. Questa è la realtà. Se, invece, Berlusconi avesse appoggiato [Gentiloni], l'avrebbero impiccato per la centesima volta. Ripeto, io non sono berlusconiano, però questa è la situazione vera. La Francia ha fatto questo intervento in Libia esclusivamente per il petrolio, per i suoi sporchi interessi e per la campagna elettorale di Sarkozy, che comunque ha perso. E adesso, però, se ne pagano le conseguenze. Perché lì gli africani sono come i bambini: bisogna tenerli per mano perché non sono capace di gesitrsi.

Ad avvalorare questa tesi anche il fatto che attorno alla morte del Colonnello circoli la voce che ad ucciderlo fosse stato un membro dei servizi segreti francese, per non far emergere il fatto che ci fossero stati dei sovvenzionamenti alla Francia per la campagna elettorale di Sarkozy.
Può darsi, non mi stupirei di nulla, perché quando l'hanno preso, nella colluttazione abbiamo visto tutti che c'è stato un uomo che ha tirato fuori la pistola e ha gli ha sparato in testa.

Se fosse il ministro degli Esteri in questo momento come proporrebbe di affrontare la situazione?
Intanto, senza aspettare l'Onu, la NATO e pinco palla, chiederei immediatamente a ministri e capi di Stato europei una riunione immediata per decidere il da farsi. Perché non è una questione che riguarda l'Italia, ma riguarda tutta l'Europa, e pretendere immediatamente un'azione. Quale azione bisognerebbe intraprendere non posso dirlo io, che non so come tutti gli altri esattamente il da farsi. Però decidere insieme e agire subito, non aspettare settimane e mesi. Adesso sento che Renzi dice che non è ancora il momento dell'azione militare. Io non so se questo momento è necessaria immediatamente l'azione militare, certamente io da questo momento bloccherei tutto quello che riguarda la Libia e fari in modo di posizionare le forze aeree italiane nei luoghi in cui servono, perché, se necessario, ci si deve muovere per bombardare sulle coste libiche. Perché questi barconi che arrivano – che poi non sappiamo esattamente chi c'è dentro – e poi si va con la motovedetta e trovi qualcuno che ti dice «dammi il gommone indietro» e glielo danno, vuol dire veramente che siamo davvero la repubblica delle banane. Quindi l'Italia dovrebbe iniziare a difendersi da sé e l'Europa si svegli immediatamente. Perché qua tutti fanno finta di niente, ma al primo atto terroristico – se ci sarà e ci auguriamo di no – dell'Isis in Italia, io dico che Renzi e il suo Governo farebbero bene ad andare in esilio, perché sarebbero gli unici veri responsabili di questa situazione. Io, tra l'altro, a Renzi l'ho detto a Strasburgo, non più tardi di un mese fa: tu ti devi augurare – proprio così gli ho detto – che non succeda niente in Italia. E lui mi ha detto: perché? Perché se succede qualcosa la responsabilità è tua e del tuo governo. Perché non hanno fatto praticamente nulla di quello che andava fatto. Adesso il decreto antiterrorismo, dopo settimane di slittamento: non c'è nulla di concreto. Il Paese è allo sbando, la nostra politica estera vale zero, abbiamo Gentiloni che conta come il due di briscola e la Mogherini – che sarebbe quella che coordina tutta l'Europa – conta come Gentiloni. E lo abbiamo visto con l'Ucraina: per il problema, secondo loro, di Putin, sono andati Merkel e Hollande, non è stato chiamato nessun altro. E a che cosa serve la Mogherini? Poi l'Europa si preoccupa di Putin e non si preoccupa dell'Isis. È come se io non mi preoccupo di avere una bomba sotto il sedere, ma mi preoccupo di vedere se il mio geranio sul balcone fiorisce o no. Renzi deve augurarsi che non succeda niente, se dovesse accadere qualcosa, deve andare in esilio.