20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Interrogazione parlamentare dei grillini contro blocco intercettazione e finto anticorruzionismo

M5S: La manina di Renzi indossa un solo guanto, quello di Berlusconi

Il Movimento 5 Stelle torna ad attaccare il Governo Renzi, stavolta denunciando l'inefficacia della legge anticorruzione: il ministro Orlando - si legge in una nota diffusa dai grillini - con questa legge è intento a garantire la corruzione. Intanto, i membri della Commissione Giustizia del Movimento sventolano il loro progetto di legge: «Lo sappiamo che spaventa i tanti corrotti».

ROMA - «Non si può che definirla una porcata la limitazione sull'intercettazione previste dalla legge anticorruzione di questo Governo». Così si apre la nota diffusa dal Movimento 5 Stelle e comparsa sul blog di Beppe Grillo, in relazione alla proposta di Legge sul pacchetto anticorruzione. «Il ministro Orlando sottopone nel disegno di legge contenuti assurdi: 'accettabile punto di equilibrio, anticipata selezione, limiti anche alle annotazioni nel verbale delle operazioni': tutte espressioni care a chi vuole garantire la corruzione», continua la nota.

IL DDL CHE ASSECONDA LA CORRUZIONE - I deputati a 5 stelle della Commissione Giustizia tornano a farsi sentire e «devono ancora una volta scoprire la vere carte sul tavolo dell'anticorruzione», scrivono. «Di quale volontà di parla, si discute: quella del Nazareno?». I grillini tornano, quindi, ad attaccare il capo del Governo, ma non solo: il ministro della Giustizia Orlando, in virtù della sua autorità, starebbe agendo contro la buona riuscita della legge, ponendo limitazioni alle intercettazioni e quindi 'assecondando' – a detta del Movimento 5 Stelle – la corruzione, piuttosto che contrastandola. «Invece di porre il problema della corruzione come il più urgente e di affrontarlo con leggi stringenti, Orlando, in buona compagnia di Alfano e Padoan, vuole imporre limitazioni alle intercettazioni, fino ai verbali; non sia mai che compaiono nomi di amici che non devono neanche essere trascritti su un brogliaccio per un'eventuale valutazione», aggiungono i grillini nella nota.

IL DISEGNO DEI 5 STELLE SPAVENTA I BIG - In compenso, il Movimento del comico genovese sventola il proprio progetto di legge, avvertito – secondo i membri della Commissione Giustizia dei 5 stelle – come una vera e propria minaccia dai big della politica: «Se questa è la Giustizia della politica, crediamo che la Giustizia che desiderano i cittadini sia completamente diversa. Lo ripetiamo il nostro pacchetto di leggi anticorruzione è pronto, lo sappiamo che spaventa i tanti corrotti che siedono in Parlamento, ma sono leggi efficaci, il Governo e la maggioranza vogliono votarla o meno?».

LA MAGAGNA DEL FISCO - Il Movimento 5 Stelle denuncia «l'ennesima magagna» in relazione ai reati fiscali e attraverso il blog del leader a 5 stelle, i grillini smascherano la «finta reintroduzione» del falso in bilancio da parte del Governo Renzi, visto come un palese favoritismo ai grandi evasori: «Dopo il 'salva-Berlusconi' l'ennesima manina di Renzi lascia tutto come prima». Nel 2005 il Governo guidato da Silvio Berlusconi cancellò, con un colpo di spugna, il reato di falso in bilancio. Le pressioni per la reintroduzione del reato, arrivate soprattutto dalle righe del Movimento, hanno fatto sì che il Governo ponesse rimedio alla questione. Quello che evidenziano i grillini, oggi, è che s'è trattato solo di una farsa.

LA GIUSTIZIA FA MARCIA INDIETRO«In un primo momento, attraverso il pacchetto anticorruzione in esame in Commissione Giustizia al Senato, la maggioranza aveva presentato un testo che conteneva modifiche all'attuale art. 2621 c.c. e reintroduceva il reato di falso in bilancio, inasprendo le pene fino a 6 anni – si legge in una nota dei membri M5S della Commissione Giustizia –. Ma soprattutto, andava ad eliminare quelle cause di non punibilità che all'epoca Berlusconi aveva introdotto per salvare Mediaset e che prevedevano chiaramente che chi falsifica il bilancio in misura inferiore al 5% del risultato economico di esercizio, cioè dell'utile d'impresa, o nella misura dell'1% del patrimonio netto, non è penalmente perseguibile. Fin qui tutto bene». La denuncia dei 5 stelle arriva nel momento in cui si avverte «la magica manina» che cambia le carte in tavola: le cause di non punibilità che erano state introdotte dal Governo Berlusconi riappaiono nella versione presentata dal Governo Renzi.

BERLUSCONI&CO. LA FARANNO ANCORA FRANCA - Scrivono ancora i grillini: «La verità è che lascia intatta quella stessa depenalizzazione che ha permesso a Berlusconi e molti altri di farla franca. Con questa modifica si potrà impunemente continuare a falsificare i bilanci, basterà non superare il 5% dell'utile, esattamente come avviene oggi». Sono i «pesci grossi», come li definisce il Movimento, a trarre – ancora – vantaggio dall'attuale situazione e ciò non farà che alimentare la corruzione. «Di chi sarà stata questa volta la 'manina'?», concludono a mo' di sfida gli esponenti del M5S. I grillini urlano ancora al bluff: il Governo non mostra alcuna volontà di contrastare la corruzione e a testimoniarlo sono le incongruenze evidenziate dal M5S nella legge anticorruzione.