18 aprile 2024
Aggiornato 14:00
38mila siti mappati, a 22 anni dalla sua messa al bando

Lara Ricciatti (Sel): «Sull'amianto, si sa poco e si fa ancora meno»

La deputata di Sel ha presentato alla Camera un'interrogazione parlamentare lo scorso mercoledì sulla delicatissima questione dell'amianto. Che in Italia continua a proliferare - le bonifiche vanno a rilento - e su cui vige ancora un inconcepibile «black out informativo». E i casi di tumore aumentano

ROMA - Aggiornata lo scorso 26 novembre, da parte del Ministero dell'Ambiente, la mappatura dei siti contaminati dall'amianto, e le notizie sono tutt'altro che rassicuranti: ben 38mila, infatti, sono i siti, gli edifici pubblici, le industrie, i fabbricati, ancora contaminati  a 22 anni dalla messa al bando nel nostro Paese. Nonostante la pressione dell'opinione pubblica, decisamente cresciuta dopo la sentenza Eternit, si è fatto ancora troppo poco per mettere in sicurezza i cittadini italiani dai gravissimi danni alla salute che l'amianto provoca: e, su questo punto, l'interrogazione presentata lo scorso 26 novembre dalla deputata di Sel Lara Ricciatti, è incontrovertibile: si parla, infatti, di «patologie gravi che interessano prevalentemente l'apparato respiratorio, come l'asbestosi, il carcinoma polmonare; e il mesotelioma» (leggi l'intervista alla Ricciatti).

BLACK OUT INFORMATIVO IN MATERIA - L'interrogazione fa riferimento, in realtà, alla mappa del piano nazionale amianto aggiornato al 20 luglio, che  rilevava come, «su 33.610 siti di amianto, ne sono stati bonificati solo 832, riscontrando un evidente e grave ritardo rispetto all'entrata in vigore della legge 257 del 1992». E quel che è peggio, è che in Italia regna, in proposito, un vero e proprio «"black out informativo", un'assenza di dati che determina incertezza sulla reale concentrazione di amianto nel nostro Paese». Un black out, oltretutto, che riguarderebbe anche le conseguenze drammatiche della contaminazione: «dal rapporto del registro nazionale mesoteliomi, edito nel 2010, emerge che in Italia, fino al 2004, sono stati registrati 9.166 casi di mesotelioma maligno, ma anche in questo caso il dato non rappresenta l'esatta gravità della situazione, giacché il periodo di incubazione della patologia può arrivare sino a 40 anni».

MANCA CONTROLLO CENTRALIZZATO - Insieme agli altri interroganti, la Ricciatti ha inoltre messo in luce come, anche sulla questione dell'amianto, uno dei nodi irrisolti sia l'inefficienza dovuta alle differenze regionali e alla mancanza di un meccanismo di controllo centralizzato: «la tutela ambientale e le opere di prevenzione e bonifica sono, quindi, regolate da normative regionali che rispecchiano le differenti direttive politiche – e sensibilità – delle diverse regioni; pertanto, non solo dal punto del censimento, ma anche delle azioni concrete, la bonifica dall'amianto è sensibilmente differente da regione a regione, prevedendo, allo stesso modo, finanziamenti molto differenziati sia per il censimento dei materiali contenenti amianto, sia per la formazione e l'informazione, sia per le bonifiche e la sorveglianza sanitaria».Inoltre, gli interroganti hanno puntualizzato che «l'associazione Legambiente si era fatta promotrice, insieme all'associazione AzzeroCO2, della campagna 'Eternit Free', volta allo smaltimento dell'amianto con contestuale sostituzione di pannelli fotovoltaici. La campagna aveva l'obiettivo di promuovere la sostituzione di tetti in Eternit con impianti fotovoltaici presso le aziende del territorio beneficiando degli incentivi speciali introdotti con il decreto ministeriale del 19 febbraio 2007 e costituendo appositi gruppi di acquisto per i pannelli fotovoltaici al fendi avere consistenti risparmi rispetto al valore di mercato degli impianti» –: 

IL MINISTRO ACCELERI GLI INTERVENTI - Le richieste, dunque, sono ben precise: da un lato, gli interroganti chiedono risposte su «quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per accelerare ed uniformare tra le varie realtà territoriali le procedure di bonifica dall'amianto»; dall'altro, intendono conoscere «quali azioni intenda intraprendere il Ministro per colmare il 'black out informativo' sulla reale situazione dei siti di amianto in Italia»; infine, domandano «se non ritenga utile prendere in considerazioni misure incentivanti [...] al fine di attivare un circolo virtuoso per lo smaltimento dell'amianto e per il potenziamento della produzione di energia da risorse rinnovabili». Tutto questo mentre, là fuori, le vittime dell'amianto non accennano a diminuire».