18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
L'intervista

Ricciatti (Sel): «E' un Governo ritardatario nell'amianto, aggressivo sul lavoro, assente nelle periferie»

Appena 27enne, militante in Sel, membro della X Commissione-Attività produttive, commercio e turismo, Lara Ricciatti ha presentato, qualche giorno fa, un’interrogazione parlamentare sull’irriducibile ritardo del Governo nelle bonifiche dei siti contaminati dall’amianto. Ma, al DiariodelWeb.it, parla anche di articolo 18, degrado delle periferie, immigrazione e delocalizzazioni

ROMA – Giovanissima, ma attiva e preparata. Lara Ricciatti, deputata di Sel, ha a cuore molti nodi irrisolti del nostro Paese, costantemente all’ordine del giorno: non solo l’amianto, su cui ha di recente interrogato il Ministero dell’Ambiente, ma anche la questione delle periferie e dell’integrazione e lo spinoso problema della delocalizzazione selvaggia delle attività produttive. Ne parla al DiariodelWeb.it.

Nell'interrogazione sull'amianto parla di un black out informativo che riguarda sia  l'esatto numero dei siti contaminati, sia le conseguenze a livello di salute. A che cosa è imputabile tale disfunzione?

«Questo spero ce lo dica il ministero dell'Ambiente rispondendo alla mia interrogazione», si augura la Ricciatti. «Temo, ma é solo una ipotesi per ora, che il black out informativo dipenda in alcuni casi dalla scarsa sensibilità sul tema di alcune Regioni, in altri dalla esiguità di risorse economiche destinate allo scopo e, infine, da una attività di coordinamento ed impulso a livello centrale non proprio intensa», conclude.

Lei ha fatto riferimento anche alle numerose disparità di normative tra le varie regioni italiane. Ritiene quindi che il problema dell'amianto possa in qualche modo interpellare la spinosa questione della riforma del Titolo V?

«Direi di sì, come avviene in generale per le questioni relative alla Salute», risponde la deputata di Sel. «Trovo quantomeno discutibile che in uno Paese possano esservi delle disparità così sensibili da regione a regione su beni giuridici di rilevanza costituzionale».

In tale panorama, come commenta la sentenza Eternit, che palesa  l'inesistenza del reato di «delitto ambientale»? Che cosa state facendo in proposito come gruppo politico particolarmente attento a queste tematiche?

«La sentenza Eternit lascia basiti», risponde. «Per quanto possa essere motivata in modo lineare, da un punto di vista logico-giuridico, resta evidente l'ingiustizia che scaturisce da quella decisione. Una corsa contro il tempo, faticosa e tragica, che finisce con un fischio del giudice poco prima del traguardo. Sia chiaro, la responsabilità non é dei magistrati, o non é interamente attribuibile a loro, giacché esiste la prescrizione formulata in quel modo. Il gruppo di Sel si sta muovendo proprio in questa direzione: chiedendo di rivedere la norma sulla prescrizione e spingendo per far calendarizzare prima possibile la discussione sull'introduzione dell'art. 452 ter nel codice penale, che introduce - appunto - il reato di disastro ambientale», spiega la Ricciatti.

Pensa che il Governo si impegnerà per risolvere una volta per tutte il problema dell'amianto, a 22 anni dalla sua messa al bando? E' più ottimista o  più pessimista al riguardo?

«Mi piacerebbe poter essere ottimista su questo, come su altre vicende. Purtroppo gli annunci del Governo si sono rilevati su diverse questioni privi di seguito», constata la deputata di Sel. «E quando il seguito c'è stato i risultati - purtroppo - non sono stati granché incoraggianti. Ma più che l'ottimismo serve, e su questo faremo la nostra parte, una determinazione concreta ad ottenere risultati, con tutti gli strumenti che il ruolo parlamentare ci consente», conclude.

Sel sostiene che l'abolizione dell'articolo 18 è incostituzionale, la Cgil ha pensato addirittura di rivolgersi al Tribunale di Strasburgo; pensate di seguire la stessa strada?

«Non so ancora quali decisioni assumerà il mio gruppo parlamentare in merito al Tribunale di Strasburgo», dichiara; «intanto osservo che l'abolizione dell'articolo 18 - a parere nostro e di qualche autorevole giurista - rischia di essere incostituzionale perché non previsto nella legge delega del Jobs Act. Direi che si potrebbe cominciare da questo».

Il degrado delle periferie vede i cittadini alle prese con i problemi derivati dalla crisi, ma anche con l'insofferenza per immigrati e rom. A Roma, il campo di via Lombroso dista solo poche decine di metri da alcuni istituti scolastici. Nei giorni scorsi, dal campo è partita una sassaiola verso le scuole, oltre ad essersi verificati episodi di scontri e intolleranza. Ha ragione chi chiede che quel campo venga spostato?

«Mi risulta che la sassaiola alla quale si riferisce sia stata smentita dai dirigenti scolastici degli Istituti interessati», spiega l’Onorevole Ricciatti. «Ad ogni modo, credo che abbia poco senso spostare i campi rom. Il problema sarebbe semplicemente addossato a qualcun altro. Andrebbero, piuttosto, potenziate le politiche di inclusione e di mediazione culturale. Ma sarebbe necessario, ancor prima, prestare la dovuta attenzione a tutti i cittadini che abitano le periferie, perché credo che il disagio che si sta acuendo in questi giorni sia sentore di problemi più profondi che solo parzialmente sono dovuti alla convivenza forzata», conclude.

C'è insofferenza nelle periferie, perché gli abitanti lamentano di veder considerato il loro territorio come il contenitore di molti problemi irrisolti o irrisolvibili. Come pensa che si possano contemperare le proteste dei cittadini con la richiesta di asilo degli immigrati e dei rom?

«Credo che le insofferenze manifestate dagli abitanti delle periferie siano più che legittime», dichiara. «Per anni sono stati lasciati a loro stessi in un contesto di degrado crescente. Non credo, però, che senza stranieri le periferie comincerebbero a splendere. Il conflitto é in qualche misura indotto da una gestione approssimativa del problema da un lato, e alimentato da certa destra per fini elettorali dall'altro. Si potrebbe sicuramente organizzare meglio la distribuzione dei richiedenti asilo, ma la battaglia vera é quella di lavorare per una maggiore inclusione delle periferie nelle politiche cittadine».

A che punto è la discussione sul suo disegno di legge per impedire la delocalizzazione selvaggia?

«Attualmente è stato assegnato alla Commissione Attività Produttive della Camera, ma dubito che si passi presto ad una discussione del testo», prevede l’Onorevole. «Per questo sto cercando, con diversi strumenti parlamentari, di introdurre il tema in altre leggi. Da ultimo con un ordine del giorno alla Legge di Stabilità. Odg respinto dal Governo. E questo è un segnale evidente della sensibilità di questo esecutivo rispetto al contrasto delle delocalizzazioni selvagge», spiega.