19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Il Cavaliere contro il premio alla lista

Berlusconi: «Sulla legge elettorale non mi faccio fregare»

Il leader di Forza Italia torna a parlare del patto del Nazareno e lo fa con occhio critico, dopo le modifiche annunciate dal governo rispetto alla legge elettorale. Berlusconi ribadisce il concetto: il problema sta nel premio di maggioranza alla lista, invece che alla coalizione e per spiegarlo parla della posizione della Lega:«Non entrano in una lista comune perché temono di perdere l'identità»

ROMA - Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, torna a parlare del patto del Nazareno e lo fa con occhio critico, dopo le modifiche annunciate dal governo rispetto alla legge elettorale. Berlusconi ribadisce il concetto: il problema della legge elettorale sta nel premio di maggioranza alla lista, invece che alla coalizione.

PER MODIFICHE A NAZARENO RENZI PENSI ANCHE A NOI - «Il problema è il premio di maggioranza alla lista anziché alla coalizione. Il Nazareno era un accordo tra persone interessate al bene del Paese. Se dopo ogni incontro c'è qualcosa che deve essere rivisto, le modifiche devono essere fatte da entrambe le parti. Altrimenti non si chiama patto». Silvio Berlusconi parla così - con Il Fatto quotidiano che lo ha raggiunto all'ospedale San Raffaele di Milano, dove è ricoverato per l'uveite - delle modifiche chieste da Matteo Renzi alla legge elettorale. E rispondendo ad una domanda sulla Lega spiega perché il problema è il premio alla lista: «Loro vogliono mantenere la loro identità, temono che la perderebbero se entrassero in una lista comune di tutto il centrodestra».

NIENTE SALASSO SU CLASSE MEDIA - «Per opporci a questo salasso perpetrato sulla classe media e per riconquistare la fiducia dei nostri elettori Forza Italia ha presentato un emendamento alla Legge di Stabilità volto a riportare la tassazione sugli immobili al livello del Governo Berlusconi del 2008». E' quanto si legge in uno degli allegati alla lettera che Silvio Berlusconi inviava nei giorni scorsi ai parlamentari e ai coordinatori di Forza Italia in vista della manifestazione «No tax day» in programma per fine novembre. «Allora sugli immobili delle famiglie e delle imprese - si legge - gravavano circa 11 miliardi di euro di imposte, oggi sono circa 33/34 miliardi. Questa gravosa imposizione, oltre ad aver impoverito imprese e famiglie, ha completamente paralizzato il mercato immobiliare e tutto l'indotto che ne deriva, causando la perdita di decine di migliaia di posto di lavoro e miliardi di euro di ricchezza nazionale. La nostra proposta prevede la riduzione di circa 20 miliardi di imposte sulle prime case, su certe tipologie di edifici industriali, commerciali, agricoli».