20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Il sottosegretario agli Esteri plaude gli Stati Uniti

Della Vedova: con la marijuana libera più entrate fiscali e posti di lavoro

Secondo il sottosegretario degli Esteri, Benedetto Della Vedova, la legalizzazione della marijuana è una decisione estremamente positiva per l'economia nazionale e anche in Italia bisognerebbe seguire l'esempio americano.

ROMA - «Dopo anni di tetragona e infruttuosa politica proibizionista, in America sta dunque iniziando una vera e propria riforma antiproibizionista sulla cannabis, basata su un'analisi pragmatica del rapporto costi benefici». Lo scrive su Facebook il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, spiegando: «Dopo Colorado e Washington altri due Stati USA, Alaska e Oregon, hanno deciso con referendum popolare di legalizzare la marijuana. Così anche a Washington la maggioranza dei votanti (57%) ha votato sì alla legalizzazione dell'uso medico della marijuana, ma la proposta è stata respinta perché il quorum richiesto era del 60%».

LEGALIZZARE LA MARIJUANA E' UN BENE PER LO STATO E L'ECONOMIA NAZIONALE - Secondo il sottosegretario degli Esteri Benedetto Della Vedova la legalizzazione della marijuana «consente di rendere più controllabile il mercato in termini sanitari, sottrae profitti alla criminalità, permette alle forze di polizia di concentrarsi su crimini e traffici socialmente più gravi e pericolosi, contribuisce ad attenuare il sovraffollamento delle carceri e decongestiona i tribunali. A questo si aggiungono significative entrate fiscali e la creazione di migliaia di posti di lavoro regolari».

ABBASSO L'IDEOLOGIA E VIVA IL PRAGMATISMO AMERICANO - «L'America - prosegue il senatore di Scelta civica - aveva sperimentato nel secolo scorso i danni prodotti dal proibizionismo sull'alcool e aveva fatto bruscamente marcia indietro: oggi comincia a scegliere in modo significativo di abbandonare il non più fortunato proibizionismo sulla cannabis, aprendo una strada che - sottolinea il sottosegretario agli Esteri - andrebbe percorsa anche da noi. Come per altri consumi nocivi quali alcool e tabacco, la scelta della legalizzazione, del controllo sanitario, delle campagne di dissuasione e della tassazione rende il consumo di cannabis socialmente meno pericoloso di quanto sia oggi, appannaggio com'è di un capillare mercato criminale e privo di qualsiasi controllo». Quindi conclude: «Decenni di fallimenti spingono ad abbandonare l'ideologia e scegliere la concretezza. Viva l'America!».