24 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Riforme costituzionali

Stop and go

Si votano gli emendamenti di riforma del Senato: Sel lancia un patto condizionato, e mostra segnali di apertura verso il governo. Ma dal leader del M5s, Beppe Grillo, non ci arriva alcuna possibilità di distensione e collaborazione.

ROMA - A Palazzo Madama si votano gli emendamenti di riforma del Senato. Primo voto segreto, e già iniziano le fibrillazioni. La senatrice del Pd, Rita Ghedini, ha chiesto la votazione per parti separate dell'emendamento presentato da Loredana De Petris che propone tra l'altro la riduzione del numero dei parlamentari insieme all'equilibrio di genere e alla rappresentanza delle minoranze linguistiche. Punto sul quale è stato presentato anche un emendamento del Pd che ha avuto l'ok dei relatori. Alla richiesta si è associata la relatrice Anna Finocchiaro e il capogruppo di Ncd, Maurizio Sacconi. Sel apre al dialogo, ma è un'apertura condizionata. Secondo il vice-presidente della Camera, invece, Marina Sereni, le opposizioni non rinunciano a fare ostruzionismo senza tener conto delle tragiche conseguenze della loro condotta per il paese. 

De Petris (Sel): Patteggiamo - «Sono reduce dalla riunione dei capigruppo e ho messo sul tavolo una proposta: soltanto sull'articolo 1 noi siamo disponibili a ritirare 1400 emendamenti", ha dichiratao a Sky TG24 Pomeriggio la presidente del Gruppo Misto - Sel al Senato Loredana De Petris, a proposito della trattativa per ritirare i numerosi emendamenti presentati dalle opposizioni alla riforma del Senato.

E' un'apertura condizionata - «Però - ha proseguito - è evidente che questo ritiro è condizionato: il Governo e la maggioranza ci dicano se vi è la disponibilità o meno di arrivare a una modifica dei punti che noi anche oggi abbiamo posto, non solo sul Senato elettivo, ma anche sul Parlamento dei nominati. Ad oggi, e anche poco fa, la risposta è stata purtroppo negativa».

Sereni (Pd): Le opposizioni? Fanno solo ostruzionismo  - Il governo ha aperto al dialogo sulle riforme, ma Beppe Grillo e i "dissidenti" non vogliono davvero il confronto. Lo dice la vice-presidente della Camera Marina Sereni: «Alle aperture del Governo da parte delle forze che al Senato hanno sin qui scelto la linea dell'ostruzionismo sulla riforma del bicameralismo e del Titolo V, per ora, non c'è una risposta positiva. Ed è forse venuto al pettine, anche per i cosiddetti dissidenti del Pd, il nodo che da giorni molti avevano evidenziato: se c'è volontà di confrontarsi sul merito - sia della riforma costituzionale sia di quella elettorale - ci si può sedere attorno ad un tavolo e ragionare. Se però si dice questo e si mantengono poi migliaia di emendamenti, se però si allude all'idea di ricominciare tutto daccapo, se però - come fa Grillo - si evoca il colpo di stato e si chiama il Parlamento in piazza, allora sembra difficile credere che ci sia davvero voglia di migliorare la riforma».